Il trionfo di Adolescence, il successo pienissimo di The Studio, e la sostanziale delusione di Severance, penalizzata dall’inattesa affermazione di The Pitt. Il verdetto dell’edizione 2025 degli Emmy, i più importanti premi della televisione, ha visto esiti attesi. Alcune conferme. Almeno una grossa sorpresa, e un paio di rimpianti cospicui.
Ma l’elenco delle serie premiate, che adesso vedremo, non dovrebbe sorprendere i lettori di Mondoserie o gli ascoltatori del nostro podcast (a proposito: iscrivetevi qui al podcast sulla vostra piattaforma preferita!). Di quasi tutti questi titoli ci avete sentito parlare, anche più volte. Ora abbiamo l’occasione di tornarci sopra: attraverso gli articoli e le puntate del podcast che abbiamo dedicato a ciascuno degli show vincitori. Utili per chi non li ha ancora visti e vuole farsi un’idea. Ma anche per chi li ha già guardati ed è interessato a riflessioni e approfondimenti.
Alla vigilia della premiazione, Severance dominava con 27 nomination complessive (tra premi maggiori e premi tecnici, i Primetime Creative Arts Emmy Awards che riguardano categorie minori). Seguiva The Penguin con 24. The Studio è diventata la serie comedy debuttante con il maggior numero di candidature nella storia dei premi: 23 nomination per la sua prima stagione. Stesso numero di candidature conquistate dalla terza stagione di The White Lotus.
Tra le reti / piattaforme, HBO e il suo servizio streaming HBO Max guidavano la classifica con 142 nomination. Al secondo posto Netflix con 120 nomination.
Doveva essere una competizione dal risultato scontato. La 77ª edizione degli Emmy si è invece trasformata in una serata ricca di colpi di scena.
Emmy 2025, drama: The Pitt batte Severance
La grande sorpresa è arrivata dalla categoria drama. The Pitt, che in Italia arriva a fine settembre su Sky e Now, ha vinto come miglior serie drammatica, battendo la seconda stagione di Severance (Apple), acclamatissima e data per favorita dopo ben 27 nomination. Non solo: Noah Wyle, ex dottor Carter di E.R., ha conquistato l’Emmy 2025 come miglior attore protagonista, tornando trent’anni dopo a indossare il camice. Katherine LaNasa è stata premiata come miglior attrice non protagonista per il ruolo della caposala.
Severance, che su Mondoserie avevamo salutato come una delle serie più potenti e “politiche” degli ultimi anni, si è dovuta accontentare di due premi maggiori ma non centrali: a Britt Lower, miglior attrice protagonista nei panni di Helly R., e a Tramell Tillman come attore non protagonista. Meritati riconoscimenti, ma insufficienti a compensare la delusione per la serie più radicale e visionaria dei nostri anni. Dubitiamo davvero che The Pitt possa reggere il confronto con la straordinaria seconda stagione della serie di Ben Stiller – o che Noah Wyle sia stato più incisivo di Adam Scott, straordinario Mark Scout.
I premi per la regia e la sceneggiatura tra i drama hanno dato parziali soddisfazioni a due serie del nostro cuore: la sempre fantastica Slow Horses, con Gary Oldman, che vince per la miglior regia; e la nostra amata Andor, che si aggiudica la statuetta per la sceneggiatura (bottino che sale a 5 con le categorie minori).
Restano quasi a bocca asciutta, in un’edizione 2025 degli Emmy formidabile per la categoria drama, alcune serie assai meritevoli. La terza stagione di The White Lotus (23 nomination, 1 solo premio, per la colonna sonora). E la seconda di The Last of Us, forte di 16 candidature, con un solo premio minore.
Severance (Scissione) è il “1984” del nostro mondo dissociato
Commedia: The Studio e l’interruzione del regno di The Bear
Dopo due anni di cospicue vittorie, The Bear non raccoglie nessun premio nonostante le molte nomination (13, di cui 6 nei campi maggiori). Penalizzata dalla sua assurda collocazione nella categoria commedia, la serie FX/Hulu ha pagato l’ambiguità di un prodotto che di “comico” ha davvero ben poco. E comunque da una terza stagione (quella in lizza negli Emmy 2025) che è nettamente la peggiore delle 4 fin qui trasmesse.
A raccogliere l’eredità dell’Orso è stata The Studio, che con 23 nomination – record assoluto per una serie comica all’’esordio – ha conquistato quattro Emmy di peso. Miglior serie comica, miglior attore protagonista a Seth Rogen (anche co-creatore e regista), miglior sceneggiatura e miglior regia. Più altre 9 statuette nelle categorie minori, per un totale super di 13 premi.
Un trionfo che conferma quanto avevamo scritto su Mondoserie: dietro la satira crudele di Hollywood c’è un amore autentico per la “fabbrica dei sogni”. E il successo agli Emmy 2025 suggella la sua intelligenza corrosiva e affettuosa.
Accanto a Rogen, spazio alle conferme. Jean Smart, 74 anni, ha vinto per la quarta volta di fila come miglior attrice protagonista per Hacks, consolidando un primato che la consacra definitivamente. La sua co-star Hannah Einbinder ha vinto come attrice non protagonista, meritato riconoscimento per la spalla ironica e brillante. A sorpresa, l’Emmy come attore non protagonista è andato a Jeff Hiller per Somebody Somewhere (Paramount+), piccola serie che ha trovato un riconoscimento inatteso.
Miniserie: il dominio assoluto di Adolescence agli Emmy 2025
Se The Pitt è stata la sorpresa, Adolescence è stata la conferma. Una conferma un po’ dolorosa, come vedremo. La miniserie britannica di Netflix, a cui abbiamo dedicato su Mondoserie oltre all’articolo anche un podcast, ha stravinto con sei premi maggiori: miglior miniserie, miglior attore protagonista a Stephen Graham per l’intensa interpretazione di un padre devastato, miglior attrice non protagonista a Erin Doherty, e ancora regia, sceneggiatura e attore non protagonista al giovanissimo Owen Cooper, quindicenne al suo debutto e già record come attore maschile più giovane a vincere un Emmy. Adolescence conquista 8 premi, di cui 6 nelle categorie maggiori: il record degli Emmy 2025.
La forza di Adolescence sta nell’aver unito realismo sociale e intensità psicologica: il racconto di un’adolescenza segnata da traumi e fragilità diventa parabola universale di un’epoca incerta. Un successo che ribadisce anche il ruolo crescente della serialità britannica come laboratorio narrativo.
L’unica vera interruzione di questa cavalcata è arrivata da The Penguin (HBO/Max), con Cristin Milioti premiata – davvero meritatamente – come miglior attrice protagonista. Un riconoscimento che avevamo auspicato: Milioti riesce a dare spessore e ironia a un ruolo difficile. E qui c’è almeno un rimpianto. Perché altrettanto a nostro avviso avrebbe meritato il protagonista di The Penguin, Colin Farrell: sconfitto dal certo ottimo, ma forse meno straordinario, Graham. Che però poteva contare sul maggior appeal “impegnato” della miniserie brit rispetto alla cupa rilettura dell’universo dell’Uomo Pipistrello.
Altri premi: animazione, varietà e talk
Il capitolo animazione ha visto il trionfo di due titoli che conosciamo bene. Arcane, che già nel 2021 era stata una rivelazione visiva, ha vinto quattro premi tecnici con la sua seconda stagione, confermandosi eccellente sul piano visivo nonostante una certa confusione narrativa. Accanto a lei Love, Death & Robots, arrivata purtroppo a un volume 4 deludente (come abbiamo scritto su Mondoserie), ma ancora capace di sbancare nelle categorie tecniche, con altri quattro premi.
Sul fronte varietà, l’ottimo Last Week Tonight with John Oliver ha vinto per l’ennesima volta, seppur confinato nella categoria “scripted variety series”, battendo ancora Saturday Night Live. Proprio SNL si è però rifatto conquistando il premio per “variety special” con lo show celebrativo dei suoi 50 anni. Un traguardo eccezionale per la storica trasmissione di Lorne Michaels, di cui abbiamo parlato qui.
Tra i talk show, la vittoria è andata a The Late Show with Stephen Colbert. Un premio che arriva proprio mentre la CBS ha annunciato la cancellazione del programma, decisione che molti hanno letto come scelta politica più che televisiva.
Piattaforme a confronto: il trono agli Emmy 2025 torna a HBO
Guardando alla classifica complessiva delle vittorie, HBO/HBO Max resta regina con 30 statuette totali, 9 delle quali nei premi maggiori. Un trionfo legato a The Pitt, ma anche a The Penguin e a Hacks.
Segue Netflix, anch’essa a quota 30 ma con meno premi maggiori (6), grazie soprattutto a Adolescence e ai successi nell’animazione. Apple TV+ ottiene 22 premi complessivi e 7 maggiori, trainata da The Studio e da un sistema produttivo che si conferma ormai al livello delle grandi sorelle.
Più distanziate NBC (11 premi, 1 maggiore con SNL) e Disney+ (7 premi, 1 maggiore per Andor).
La geografia degli Emmy 2025 conferma una televisione tendenzialmente divisa tra tre grandi poli: HBO, Netflix e Apple. Con Amazon clamorosamente assente dai giochi principali, nonostante gli investimenti assai cospicui.
Un Emmy non scontato, specchio dei fermenti della serialità
Gli Emmy 2025 hanno mostrato una televisione meno prevedibile del solito. Sorprese come The Pitt hanno ribaltato pronostici consolidati. Mentre successi attesi come Adolescence e The Studio hanno ribadito la vitalità produttiva di Netflix e Apple, nonostante qualche passo falso negli ultimi anni. La mancata consacrazione di Severance è certamente la delusione più cocente, ma non cancella la sua centralità culturale (e di costume) nel panorama contemporaneo.
Al di là dei vincitori, le premiazioni di quest’anno confermano la forza dell’industria televisiva odierna. Con categorie, come il drama, in cui si contendevano la statuetta prodotti davvero eccellenti.
A differenza degli Oscar, gli Emmy non sono ancora una routine celebrativa e basta. Restano, almeno per ora, un buon osservatorio su come la televisione racconta – e reinventa – il nostro tempo.
Ma, per favore, spostate The Bear nella categoria in cui dovrebbe stare, il dramma: oppure ridefinite che cacchio “commedia” voglia dire!
Uno sguardo al passato: gli Emmy 2024
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