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The Sinner, magistrali indagini tra le ombre della mente

di Livio Pacella
30/09/2021
in Articoli, Artwork
Artwork di The Sinner per Mondoserie
464
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The Sinner è una serie televisiva americana poliziesca ideata da Derek Simons (per USA Network) di tipo antologico – ovvero ogni stagione racconta una diversa indagine condotta dal protagonista, il detective Harry Ambrose (un grande Bill Pullman) – in onda dal 2017.  

Inizialmente era prevista solo la prima stagione, in forma di miniserie da 8 episodi, basata sull’omonimo romanzo della scrittrice tedesca Petra Hammesfahr. Dato il grande successo, la serie è stata successivamente rinnovata per una seconda e una terza stagione (sempre di 8 episodi ciascuna). L’arrivo della quarta è previsto per ottobre 2021 (qui il trailer della quarta stagione).

In Italia lo show è stato penalizzato da una distribuzione un po’ caotica: le prime due stagioni sono disponibili su Netflix, la seconda e la terza su Infinity, la terza a puntate (non on demand) su Premium Crime di Sky, dove ciclicamente vengono riproposti (sempre a puntate) i primi due capitoli. 

Cosa distingue The Sinner dai normali polizieschi

The Sinner è una serie crime psicologica che si distingue nettamente nel vasto panorama di offerte del genere (altrove simpaticamente chiamato detection). Uno dei motivi della sua originalità è senza dubbio legato alla figura del protagonista, un detective maturo – meglio, ad un passo dalla pensione – e acciaccato, lontano dagli stereotipi dei polizieschi d’azione. Un uomo pieno di zone d’ombra e complessi irrisolti (con le figure genitoriali, la moglie, l’amante…). 

In una parola, per quanto il titolo – soprattutto nelle intenzioni della stagione d’esordio – si riferisca al colpevole del caso in questione, diviene via via sempre più chiaro che il peccatore è anche il detective protagonista, forse alla disperata ricerca di un’impossibile redenzione attraverso la risoluzione di questi crimini paradossali.

Paradossali perché, per lo meno nelle prime due stagioni, appare subito chiaro che il fulcro della storia non sta nella ricerca del chi: entrambe le vicende si aprono infatti con un omicidio. L’assassino è da subito disvelato ma è l’assassinio in questione ad essere apparentemente inspiegabile – da qui l’alone di mistero in cui le vicende sono immerse.

Compito non convenzionale del poliziotto sarà dunque capire il perché di questi omicidi e cercare di svelarne le segrete motivazioni. Bill Pullman è superlativo nel dare corpo – attraverso sguardi e silenzi – a questa personale ricerca, piena di improbabili retroscena e assurdi interrogativi, che diviene ogni volta una ricerca esistenziale, in cui il detective si ritrova a confrontarsi con il proprio passato e i propri enigmi…

Foto: The Sinner
In The Sinner, Bill Pullman è il detective Harry Ambrose, figura dolente e fascinosa

Dalle parti di True Detective e Omicidio a Easttown

Senza forsennate scene d’azione o truculenti spargimenti di sangue, più vicino alle atmosfere, in un certo qual modo, di True Detective (S1) e della successiva Omicidio a Easttown, senza mai dimenticarci di Twin Peaks, The Sinner si svolge nel segno dell’introspezione psicologica, attraverso il sapiente utilizzo di flashback a mosaico per ricostruire eventi particolarmente significativi – nella vita del colpevole come in quella di Ambrose. Un’ntrospezione vissuta come una personale discesa agli inferi, ovvero nel luogo dei peccatori. 

La storia è sempre sull’orlo del soprannaturale, senza però mai cascarci: l’atmosfera di mistero è tutta nella perlustrazione degli oscuri meandri dell’animo umano e della psicologia della colpa. 

Ambientata a Dorchester, cittadina di periferia immersa nel verde, anche se poco distante da New York, boschi e piante in genere sono una costante della narrazione: il detective sembra conoscerle perfettamente, addirittura più degli esseri umani – non solo ne conosce le diverse specie ma anche, significativamente, le malattie e i modi per prevenirle o curarle. Ciò che invece sembra non saper curare sono i rapporti con i suoi cari: sta divorziando dalla moglie, parla a stento con la figlia, ha un rapporto malato con l’amante. E, nella terza stagione, si trascina zoppicando per via di una dolorosa sciatica, assolutamente sintomatica della sua condizione tout-court. 

Per chiudere, le corrispondenze tra i casi che segue e i suoi, per così dire, peccati sono abilmente e sottilmente intrecciate a doppio filo: sta alla sensibilità di ogni spettatore ripercorrerne la trama, nella misura in cui si sente chiamato a farlo, ché la trama della storia scorre comunque, a prescindere da ciò, perfettamente intatta.

Foto: The Sinner
Jessica Biel è produttrice di The Sinner e co-protagonista della prima stagione.

Tre storie per tre stagioni, in attesa della quarta

In quanto serie antologica, in The Sinner distinguiamo la stagione iniziale, che vede Jessica Biel (la giovane attrice di Settimo Cielo, ora moglie di Justine Timberlake) nel ruolo di produttore esecutivo e di (inaspettatamente fantastica) protagonista, nei panni di Cora Tannetti, moglie (di Mason Tannetti, interpretato da Christopher Abbott) e madre dalla vita normalissima. Che un giorno, in una gita al lago con la famiglia, si avventa ferocemente su uno sconosciuto, accoltellandolo a morte dopo aver sentito una canzone (“Huggin & Kissin” dei Big Black Delta). Per la procura il caso è già chiuso: ma non per Harry Ambrose che, di fronte ad un gesto talmente efferato quanto inconsulto, non riesce a darsi pace. Certo, è stata lei a compiere il delitto: ma perché? Davvero è sua e soltanto sua la colpa di questo incomprensibile atto sanguinario?

Nella seconda stagione, il protagonista torna nella sua città natale, Keller, scossa dall’omicidio di una coppia, avvelenata da un ragazzino di 13 anni, Julien (un bravissimo Elisha Henig), reo confesso. La coppia e lo stesso ragazzo venivano dalla comunità di Mosswood, sorta di setta fondata da uno psicologo sedicente guru e ora gestita dalla sua assistente più fidata, Vera Walker (Carrie Coon), che dice di essere la madre del giovanissimo assassino. La comune in questione predica un percorso per il raggiungimento della completa libertà dello spirito, senza vincoli morali imposti dalla società, previa la totale accettazione della dualità bene-male insita in tutti gli esseri umani. Anche in questo caso il detective Ambrose, lasciandosi guidare dalla sua grande capacità empatica, cercando i motivi di un gesto così estremo arriverà ad una più grande verità, che coinvolgerà lui stesso e le persone a lui vicine.

La terza stagione di The Sinner cambia lo schema: non si tratta più di un delitto inspiegabile ma di un incidente stradale in cui perde la vita tale Nick Haas (Chris Messina) mentre sopravvive, praticamente incolume, un professore di storia che sta per diventare padre, Jamie Burns (Matt Bomer). Insospettitosi per alcune incongruenze, Harry Ambrose inizierà un’ossessiva indagine su quest’ultimo. Indagine che diventerà una relazione pericolosa all’insegna dell’abusata figura dello Übermensch – il superuomo di nicciana memoria, confusamente travisato per l’ennesima volta. Pur di sapere come le cose siano accadute nella fatidica notte dell’incidente, il detective si metterà completamente in gioco, fino a rischiare la sua stessa incolumità e quella delle persone a lui più care…

Foto: The Sinner stagione 2
Il giovanissimo Elisha Henig e, a destra, Carrie Coon nella seconda stagione della serie antologica The Sinner

The Sinner, un’indagine a doppio senso

Traumi e manipolazioni: Cora, Julian e Jamie sono – fino ad ora – i tre colpevoli, i peccatori, con cui Harry Ambrose si trova a confrontarsi e a rispecchiarsi. 

Con un’indagine a doppio senso che mette in crisi la tradizionale figura del detective – solitamente il buono della storia – divenendo affascinante materia di questa sublime e originalissima serie psicologico-poliziesca che cerca coraggiosamente di sondare le profondità delle motivazioni e degli impulsi che spingono ad agire. 

In un senso – quello criminale – come nell’altro.

 

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Tags: detectivegialloOmicidio a Easttownossessione e inquietudinepsicologiaThe SinnerTrue DetectiveTwin Peaks
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Livio Pacella [altrove Al Lecap o liviopacella]. Attore, autore, regista, maestro, filosofo ballerino, poeta maledetto, bohemien, da tempo impegnato nella stesura de "Contro le infinite possibilità dell’esistenza - Per una morale dell’impossibile", continua a vivere, tra lo stupore generale, al di sopra dei suoi mezzi.

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