Dexter, la normalizzazione del serial killer | 1 classico in 2
Dexter, podcast | Puntata a cura di Livio Pacella e Jacopo Bulgarini d’Elci.
Il ritorno di Dexter, il serial killer dei serial killer, ha sicuramente fatto parlare di sé. Showtime, canale che l’ha prodotta, ha dichiarato che la nuova miniserie arrivata a fine 2021 (in Italia su Sky e NOW) a 8 anni di distanza dalla “conclusione” della serie storica è stata la più vista della sua storia. Di certo, come raccontiamo nel podcast, Dexter: New Blood aveva uno scopo evidente: dare allo show, uno dei più iconici dell’ultimo ventennio, un nuovo finale. Rimediando a quello, odiatissimo, del 2013. Missione compiuta? Ne discutiamo nel podcast, riflettendo – in Dexter e non solo – anche sulla normalizzazione (e quasi moralizzazione) della figura del serial killer. E cosa questo ci dice sull’evoluzione della figura del serial killer, grande e problematico cattivo del nostro tempo.
“1 classico in 2” è uno dei format del podcast di Mondoserie: conversazioni a due voci su serie che hanno segnato l’immaginario.
https://youtu.be/l9H1uSS_zkk
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L’invenzione del serial killer e le sue conseguenze.
La figura del serial killer è, almeno nel significato attuale, un’invenzione recente. Sia dal punto di vista concettuale che in termini narrativi. Affiora nel 1960, proponendo un nuovo modello di “cattivo”: con Psycho e Peeping Tom (Lo sguardo che uccide), che presentano al pubblico i primi assassini “deviati”.
Nella seconda metà degli anni ‘70 assistiamo, in ambito accademico e investigativo, alla definizione scientifica e concettuale di quel genere di assassino che solo da quel momento verrà chiamato “serial killer”. Ed è subito dopo che questa figura viene popolarizzata: con il clamoroso processo al pluriomicida Ted Bundy, autore di delitti atroci. Il pubblico segue con avidità il processo, tra fine ‘70 e inizio ‘80. La figura di Bundy è così potente da continuare, ancora oggi, ad essere oggetto di nuovi racconti.
Puntuale arriva la traduzione cinematografica di questo ingresso, così disturbante e spiazzante, dentro la mente del serial killer: nel 1986 escono capisaldi del genere come Manhunter, Henry pioggia di sangue, The Hitcher… La definitiva consacrazione arriva subito dopo: con il romanzo e poi il film di enorme successo Il silenzio degli innocenti. È il 1991, lo stesso anno in cui viene pubblicato American Psycho.
L’esplosione (e degenerazione) moderna di questa figura è sotto gli occhi di tutti: onnipresente, onnisciente, onnipotente, il serial killer è il grande cattivo del nostro tempo. Ma un cattivo ancora più pericoloso perché capace, grazie al proprio genio e carisma, di farci contemplare con fascinazione i delitti più raccapriccianti (Dexter, come raccontiamo nella puntata del podcast; Hannibal; Mindhunter).
Su Dexter e il suo recente ritorno leggi anche il nostro articolo.
Qui, invece, abbiamo raccontato la crisi contemporanea della Detective Story, frutto anche dell’incontro con i serial killer.