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Bad Sisters, se l’omicidio è buono e giusto

È così sbagliato uccidere un congiunto, se questi è uno stronzo assoluto? Se lo chiede la serie Apple TV+, ma se lo erano chiesto anche i medievali…

di Francesca Sarah Toich
02/11/2022
in Articoli, Artwork
Cover di Bad Sisters per Mondoserie
275
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Brillante serie uscita nel 2022 per Apple TV+, Bad Sisters ci racconta una faida familiare ambientata nella Dublino dei nostri giorni. Il caso è noto fin dall’inizio. Il morto – con tanto di rigor mortis – appare fin dai primi minuti. Si tratta di John Paul Williams, padre di famiglia e solido lavoratore in un’azienda prestigiosa. Un uomo tutto d’un pezzo, morto all’improvviso: verosimilmente assassinato. Non altrettanto chiaro è chi l’abbia ucciso. Certo, capiamo immediatamente che le cognate lo volevano morto e sepolto. Da tempo. 

Si tratta di quattro sorelle legatissime tra loro e che non hanno mai sopportato il marito della quinta. Ma sono davvero state loro? 

Tutti e 10 gli episodi della serie ruotano attorno a questo intrigante dubbio. Nel corso degli episodi vediamo tutti i loro improbabili ed esilaranti tentativi di togliere di mezzo the prick (lo stronzo), come le sorelle lo chiamano a sua insaputa. Effettivamente, dopo qualche ora di conoscenza di John Paul – interpretato da un fantastico Claes Bang (Dracula, di cui abbiamo parlato qui nel podcast) – verrebbe voglia a chiunque di farlo fuori ad ogni costo. Supponente, cafone, mendace, calcolatore e subdolamente crudele, John Paul non merita di vivere. Questo sentenziano le sorelle, una ad una. Per poi riunirsi e tentare a più riprese il delitto. 

Bad Sisters, scritto e diretto (nonché interpretato) da Sharon Horgan, in collaborazione con Dave Finkel e Brett Baer, è uno show estremamente ironico, caustico e godibilissimo. 

Bad Sisters: morte di un essere tentacolare ed ingombrante

Riadattamento della serie belga Clan (2011), questo show si distingue per l’ampio spettro di personaggi protagonisti: non è solo la storia di ‘chi ha ucciso John Paul’. Ma anche delle vite di tutte e cinque le sorelle. Un racconto che si snoda, sagace e veritiero, negli spaccati del loro quotidiano. A ciascuna il cognato ha in qualche modo rovinato la vita. Ad una ha – per sbaglio – cavato un occhio, all’altra fregato il lavoro, all’altra ancora aveva promesso un prestito che poi non ha mai dato e minaccia di rivelare al marito della quarta il tradimento di quest’ultima. 

Con la sua tentacolare ed ingombrante presenza, Mr. Williams è una vera calamità per la famiglia della moglie. Essendo pronto, in ogni momento, a distruggere la reputazione di chi gli sta attorno. Ossessionato da sé stesso, è una minaccia ambulante per chiunque anche solo incroci il suo sguardo, o lo infastidisca per i più futili motivi. 

John Paul può rovinare la vita di tutti senza la minima esitazione: così, per il gusto di farlo. Furbo ed arrivista, riesce nei suoi intenti maligni senza mai finire nei guai. Anzi, ride beato della rovina che causa agli altri. Calpestando i suoi nemici, guadagna ogni giorno un gradino più elevato nella scala sociale, infettando il quieto vivere di tutti.

Insomma, seguendo le traversie delle sorelle cattive e dei loro altrettanto cattivi progetti, e detestando assieme a loro – e sempre di più – il prick, viene da chiedersi: ma in fondo, è così ingiusto uccidere qualcuno? E se quel qualcuno fosse un membro della propria famiglia? 

Il risarcimento medievale

Certo, oggi l’omicidio premeditato è considerato forse il peggior crimine al mondo. Solo un mostro può insanguinarsi le mani e macchiarsi l’anima con un peccato così tremendo. Tutte le leggi puniscono molto severamente chi commette tale delitto, per il quale in alcune parti del mondo la pena è ancora quella capitale.

Ma è sempre stato così? Assolutamente no! Nel Medioevo ad esempio uccidere qualcuno non era certo considerato un bene – ma nemmeno un male così vergognoso. A chiunque – si diceva al tempo – può capitare di uccidere qualcuno. Un parente, un vicino fastidioso, un nemico di cui ci si vuole vendicare. Uccidere non era considerato così grave. Rubare era molto peggio, agli occhi di un uomo medievale. Quello sì che era un vero delitto, di cui vergognarsi e per cui venir messi a morte nel peggiore dei modi. 

Insomma se capitava di far fuori qualcuno non era la fine del mondo. Ma bisognava rimediare. Fare ammenda, pagare una somma ai famigliari. C’erano delle leggi precise che stabilivano il valore di un uomo e di una donna e anche degli schiavi (per esempio il Guidrigildo dell’Editto di Rotari).

Se qualcuno veniva ucciso, la famiglia o i suoi proprietari (nel caso fosse stato un servo, visto che la schiavitù continuò anche nel Medioevo in certi paesi) aveva diritto ad un pagamento in denaro. Non solo per evitare altre faide e spargimenti di sangue vari con le vendette, ma perché era importante per un uomo avere un valore economico. Per lui e per i suoi congiunti: nel caso appunto venisse ammazzato. Una volta ucciso se ne calcolava il valore. E se l’omicida pagava il suddetto prezzo, la famiglia non aveva più diritto a provare rancore. La pace era fatta e tutto tornava come prima. Almeno in teoria. 

L’assicurazione sulla vita (del morto) in Bad Sisters

Più l’omicida era onesto e veloce nella confessione, meno doveva pagare. Se infatti provava ad occultare il delitto, il prezzo saliva vertiginosamente. Significava un tentativo di non voler elargire la somma che alla famiglia spettava di diritto. 

Quindi, ipotizzando un Bad Sisters medioevale, se fossero effettivamente state le sorelle ad uccidere John Paul, avrebbero probabilmente dovuto solo pagare una somma alla loro sorella rimasta vedova. Come risarcimento. E tutto finiva lì, salvo ulteriori ripercussioni personali. Ma per la legge longobarda, dopo aver pagato il valore stabilito dal Guidrigildo, la faida doveva terminare. 

Paradossalmente in questa serie, e ai giorni nostri, avviene l’esatto contrario. In Bad Sisters parte della comicità è data dai due agenti dell’assicurazione sulla vita (del morto), che cercano in tutti i modi di dimostrare che è stato ucciso, proprio per non pagare il risarcimento dovuto alla vedova. Quello scatta solo in caso di incidente e l’omicidio volontario non è certo un incidente. E un assassino paga con la propria vita, nel senso che o finisce in carcere a lungo o ci rimette anche lui le penne con la pena capitale. Naturalmente in molti casi le famiglie vengono risarcite, ma si tratta di processi lunghi, a volte addirittura senza nessun risultato concreto. Ben diverso dall’immediato pagamento medioevale, a cadavere ancora caldo, per così dire. 

Padri sterminatori e volere divino

Certo in altre culture non era così facile liberarsi dal peso di un omicidio. Le leggi draconiane in Grecia e quelle di Numa a Roma arrivavano a mettere a morte un assassino, ma nella maggior parte dei casi l’esilio era considerato una pena sufficiente. Nella Roma repubblicana le esecuzioni capitali erano rare, anche in quel caso si preferiva esiliare il colpevole. Tuttavia a differenza del Medioevo, lo Stato cercava di evitare che i parenti della vittima venissero risarciti in denaro. Meglio la vendetta. Occhio per occhio, vita per vita. Quindi i parenti delle vittime erano ‘legittimati’ a vendicarsi a piacere sul colpevole, fino ad ucciderlo.

Ogni momento storico ha le sue priorità. Sempre nell’antica Roma il padre aveva assoluto diritto di mettere a morte figli e servi domestici senza dover chiedere il permesso a nessuno: facile rendersi conto di quanto siano diverse oggi le cose. Ben diverso se era un figlio ad uccidere il padre. Lì si subivano condanne a morte della peggior specie. Si era minacciato l’ordine della Casa e dell’autorità sacra del genitore. La poena cullei era un’esecuzione ferocissima. L’uccisore del padre (o della madre) veniva messo in un sacco assieme ad un cane, una vipera, un gallo e a volte una scimmia. E gettato in acqua.

Insomma, uccidere volontariamente un congiunto è sempre stato un problema dell’umanità, regolato da leggi precise, a seconda del periodo storico. E l’odio tra congiunti non ha mai smesso di serpeggiare, come risulta chiaro in Bad Sisters.

Ma le sorelle avranno veramente ucciso il prick? Omagari, dopo molti tentativi andati a vuoto, è morto da solo, per volere divino? Una domanda che ci tiene col fiato sospeso per tutti gli episodi di questa eccellente miniserie.

 

Un’altra commedia dark: ascolta il podcast suThe White Lotus

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Tags: Bad Sisterscommedia dark
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Francesca Sarah Toich

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Francesca Sarah Toich è un’artista che vive e lavora a Parigi, dove ha una compagnia di teatro e magie nouvelle. Scrittrice, autrice, attrice, ha vinto il primo premio nel concorso internazionale di scrittura per lo spettacolo “Premio Goldoni Opera Prima” con la tragedia intitolata “Diotallevi” e ha pubblicato due romanzi fantasy per ragazzi. Ha prestato la sua voce a numerosi film, documentari, installazioni artistiche e radiodrammi (in particolare per RAI radio Italia). Specializzata in Commedia dell’Arte e letteratura italiana è stata premiata come migliore giovane interprete della Divina Commedia, vincendo per due volte il Lauro Dantesco a Ravenna. Insegna e recita in italiano, inglese e francese in numerose compagnie di teatro e ricerca, ed ha portato le sue performance in prestigiosi teatri e gallerie d’arte in varie parti del mondo tra cui recentemente a New York, Mosca e Tokyo.

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