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Visitors: gli alieni, la propaganda, la resistenza | 1 classico in 2
Visitors, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella.
Negli anni Ottanta, quando la televisione americana stava ancora sperimentando i confini del racconto popolare, una miniserie di fantascienza riuscì a trasformarsi in icona culturale e allegoria politica. V – Visitors nasce nel 1983 come miniserie NBC, ma diventa presto un vero e proprio franchise crossmediale, tra sequel, serie regolare, remake, romanzi, fumetti e videogiochi. Al centro, un’idea potentissima: alieni rettiliani sotto spoglie umane invadono la Terra promettendo pace, ma perseguendo in realtà un piano di conquista, sottomissione e genocidio. In risposta, una Resistenza umana clandestina cerca di combatterli.
Dietro la superficie del racconto di genere, Visitors lavora in profondità su temi che toccano corde universali: la manipolazione del consenso, il potere dei media, la paura del diverso, il fascino oscuro delle ideologie totalitarie. L’intera operazione è fondata su un’ambiguità semantica rivelatrice: la “V” del titolo può significare “Victory”, simbolo di liberazione e resistenza, ma rappresenta anche la presenza invasiva dei Visitatori, padroni di uno scenario apparentemente pacifico. Questa doppiezza segna tutta la narrazione: ciò che sembra salvezza è minaccia, ciò che appare umano è mostruoso. E viceversa.
Visitors diventa così una riflessione non banale, travestita da intrattenimento, sul nostro bisogno di credere a ciò che ci rassicura, anche quando dovremmo invece combatterlo.
“1 classico in 2” è uno dei format del podcast di Mondoserie: conversazioni a due voci su serie che hanno segnato l’immaginario collettivo.
Dischi volanti, reti clandestine e bambini ibridi
Il progetto Visitors nasce dalla mente di Kenneth Johnson, autore di altri cult seriali come L’incredibile Hulk e L’uomo da sei milioni di dollari. Il primo nucleo è una miniserie in due parti, trasmessa dalla NBC nel 1983. Il successo è immediato e porta l’anno successivo al sequel V: The Final Battle (3 episodi) e quindi a una serie regolare di 19 puntate, andata in onda tra il 1984 e il 1985. Negli anni 2000, la ABC ha tentato un reboot della saga: due stagioni e 22 episodi tra il 2009 e il 2011, cancellati con un cliffhanger aperto.
La trama di base è tanto semplice quanto potente: navi aliene si posano sopra le città del mondo. I Visitatori si presentano come portatori di pace e di conoscenza, ma il cameraman Mike Donovan scopre che sono in realtà rettili antropomorfi, travestiti da esseri umani, e intenzionati a colonizzare la Terra. Inizia così una resistenza segreta. Vengono perseguitati gli scienziati, manipolata l’informazione, istituiti movimenti giovanili modellati sulla Hitlerjugend, avviati esperimenti genetici per creare ibridi umano-alieni.
La narrazione si popola di simboli, tradimenti, alleanze segrete, mentre il racconto principale si intreccia con le storie individuali di chi collabora, chi resiste, chi si salva e chi soccombe. È anche un’opera multimediale: romanzi, fumetti, giochi. E nel 2008 un sequel letterario di Johnson (V: The Second Generation), che ignora deliberatamente gli sviluppi che non portano la sua firma.
Visitors: il fascismo con la faccia amica
Il cuore ideologico di V batte dentro un’intuizione letteraria: l’ispirazione arriva dal romanzo It Can’t Happen Here di Sinclair Lewis, distopia americana scritta nel 1935 in piena ascesa dei totalitarismi europei. La storia raccontava l’arrivo al potere negli USA di un presidente populista che prometteva ordine, ma instaurava un regime autoritario. Johnson voleva adattarla per la TV, ma la NBC la trovò troppo cerebrale. La soluzione: sostituire i fascisti con alieni. Il risultato? Un’allegoria pop e universale sulla seduzione del potere e sulla capacità dei regimi di presentarsi con il volto rassicurante della promessa.
Tutto in Visitors richiama il nazismo: gli emblemi simili alla svastica, le uniformi da SS, le pistole Luger trasformate in armi al plasma, i programmi giovanili, la propaganda martellante. La Resistenza è costruita sul modello dei movimenti clandestini europei: cellule autonome, sabotaggi, trasmissioni radiofoniche, rappresaglie. Ma ciò che colpisce è la trasposizione “aliena” di dinamiche che ci riguardano: persecuzione di categorie specifiche (gli scienziati, in questo caso), cooptazione delle élite, controllo dei media, sfruttamento della paura. I Visitatori sono mostri che si presentano come salvatori, e la loro forza sta proprio nell’abilità di manipolare la percezione. È un monito attuale: il totalitarismo non arriva sempre con le armi in pugno, ma spesso con un sorriso e una promessa.
La serie anticipa temi cruciali del nostro tempo: la manipolazione del reale, l’indebolimento della verità, il potere mimetico dei sistemi autoritari, la necessità etica della resistenza. Il dilemma è chiaro e tragico: resistere o collaborare? Fidarsi o dubitare? Denunciare o sopravvivere? Visitors ci ricorda che riconoscere il male non basta. Bisogna avere il coraggio di combatterlo. Anche – e soprattutto – quando si presenta sotto il volto amico del progresso.
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