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Home Articoli

Peaky Blinders: strade violente, Nick Cave e alta sartoria

di Francesca Sarah Toich
03/06/2022
in Articoli, Artwork
Artwork di Peaky Blinders per Mondoserie
393
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Peaky Blinders (serie inglese, 5 stagioni per 30 episodi, in Italia su Netflix) è un tuffo elegante e brutale nel quotidiano dei gangsters inglesi dei primi ‘900. E narra la lenta ascesa criminale della famiglia Shelby, guidata dal misterioso Thomas, magnificamente interpretato da Cillian Murphy.

La serie ha avuto un enorme successo in tutto il mondo, lanciando delle vere e proprie tendenze. 

In Inghilterra oggi ci sono pub, ristoranti, feste, giri turistici, e persino matrimoni a tema Peaky Blinders. Negli anni molti fan hanno cominciato a vestirsi da gangster col berretto ‘peaky’, o a parlare come loro, cercando di imitarne la sensuale brutalità.

Una storia di ieri con la musica d’oggi  

Questa saga potentissima e a tratti molto crudele è sorta dai ricordi del suo creatore Steven Knight, originario dei quartieri poveri di Birmingham dove è ambientata.

“Peaky Blinders è una favola violenta nata dalle storie che mi raccontavano i miei parenti. Loro avevano conosciuto i veri Peaky Blinders, una gang di ex soldati della prima guerra mondiale che una volta a casa si erano trasformati in criminali e avevano cominciato a trafficare nei loro quartieri. Il fratello di mio zio era un membro della banda. Fin da bambino ai miei occhi questi malavitosi apparivano come personaggi mitici. Lo sguardo infantile può vedere della magia ovunque: tutto è più grande, impressionante, e più bello. Una fabbrica coperta di fuliggine può diventare brillante oppure misteriosa nelle sue volute di fumo.”

E così, attraverso lo sguardo di Knight – oggi adulto ma ancora stregato da questa storia – ci ritroviamo in un’Inghilterra industriale elegantemente patinata di grigio, dove le scintille dei cantieri vanno a ritmo con la splendida e anacronistica colonna sonora. 

Sono le voci di Nick Cave, P.J Harvey, Tom Waits e di molti altri ad accompagnare la banda Peaky Blinders. Una scelta sonora che ha di certo caratterizzato la serie, attirando per questo raffinati seguaci. (Addirittura David Bowie, grande fan di Peaky Blinders, prima di morire inviò alla produzione il suo album Blackstar, perché venisse usato nei nuovi episodi. Cillian Murphy, commosso, in risposta mandò a Bowie il cappello di Thomas Shelby, simbolo della serie.)

Peaky Blinders: miserie, riscatto e l’origine del nome

In Peaky Blinders viene dipinta un’Inghilterra operaia in rivolta, sotto la perenne pressione di un’industria che avanza e distrugge, che piega i lavoratori onesti sotto giornate interminabili di lavoro, lasciandoli senza coperture sanitarie. Ogni stagione racconta i grandi scioperi degli operai, ancorandosi ad una cruda realtà storica e rimandando ad una domanda attualissima: è possibile, per qualcuno nato nella miseria, riscattarsi e ascendere ad un grado più alto e rispettabile?

E’ quello a cui mira la famiglia Shelby: e Thomas in particolare ne incarnerà il destino. Da criminale da bisca e scommesse clandestine, attraverso un riscatto spietato e intelligente riuscirà persino a mettersi in politica, portando la sua famiglia a diventare una delle più potenti di Birmingham. Thomas è sostenuto nelle varie stagioni dai membri importanti del suo Clan tra cui spiccano zia Polly (la bravissima e compianta Helen McCrory) e il fratello maggiore Arthur (Paul Anderson).

Nella Logica del Meraviglioso che regge tutta la storia, i nostri protagonisti prendono il loro nome dai berretti che han sempre in testa, dentro le cui falde nascondono affilate lame di rasoio. Con quelle accecano i loro più acerrimi nemici. 

In realtà l’etimologia risulta piuttosto improbabile. Le lamette ad uso singolo furono messe in circolazione dalla Gillette solo nel 1903, e il nome della banda appare sui giornali già nel marzo 1890. Ci sembra più facile far derivare il nome dalla sommità (peak) del cappello con cui davano delle forti testate agli avversari, lasciandoli momentaneamente senza vista. “Blinders” è poi un modo ancora in voga a Birmingham di definire qualcuno vestito a puntino. Talmente elegante da accecare chi lo guarda.

Foto: Peaky Blinders
Peaky Blinders racconta l’ascesa della famiglia Shelby, nella Birmingham del 1919, tra i fuochi e i fumi dell’industria

Eleganza, potere, magia: un mondo violento e grandioso

A quanto pare i veri Peaky Blinders, e in generale le bande criminali di quegli anni, passarono alla storia per la loro abitudine di vestirsi dai migliori sarti. Ci racconta sempre l’autore della serie:

“Questi uomini si aggiravano per le strade più sordide splendidamente abbigliati, tirati a lucido. Era un modo per proteggersi, per nascondere il trauma profondo di aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale.”

E naturalmente per mostrare il loro potere. Nella realtà storica la banda Peaky Blinders non ebbe vita lunga. Già negli anni ‘20 del Novecento questa gang di uomini (e donne) tra i 12 e i 30 anni scomparve, sconfitta dai suoi rivali. Il loro nome però divenne sinonimo di tutte le bande di strada dell’epoca, dando vita alla leggenda. 

Nella serie la famiglia Shelby ha origini gitane: la magia e il culto dei cavalli intrecceranno le complesse trame dei personaggi di stagione in stagione. Rimane indimenticabile la prima entrata in scena di Thomas Shelby. Sulle note di Red Right Hand di Nick Cave il protagonista attraversa i sordidi vicoli di Birmingham su un magnifico cavallo. La gente per strada si nasconde impaurita da quell’uomo così ben vestito, dallo sguardo di ghiaccio. All’improvviso da un vicolo vuoto appare una maga cinese, che soffia della polvere rossa sul muso del cavallo di Thomas: è un rito magico per far vincere il suo stallone alle scommesse. 

Foto: Peaky Blinders

Durante tutti i trenta episodi Tommy non smetterà mai di credere alla magia e alla superstizione gitana. E’ un uomo pazzo delle sue radici, un criminale intriso di credenze e che vuole imporsi al mondo intero. Naturalmente a modo suo e seguendo i propri interessi. Rimane solo da scoprire se il riscatto sociale a cui tanto aspira verrà infine soddisfatto nella sesta stagione. 

L’ultimo capitolo della saga della famiglia Shelby vedrà anche il ritorno di uno dei migliori personaggi della serie, Alfie Solomons (Tom Hardy), già preannunciato dal finale della stagione 5, dove questo amatissimo cattivo ‘risorge’ per fronteggiare i fascisti. 

Sebbene non sia la prima volta che la serie utilizza lo “stratagemma di Lazzaro” (Arthur Shelby era già stato dato per morto e poi risorto inaspettatamente) siamo tutti felicissimi che Alfie Solomon, il capo ebreo di una gang di Candem Town, sia di ritorno per l’ultima stagione. Tom Hardy è riuscito a dar vita ad un criminale crudele e ridicolo al contempo, intriso di sadismo e mitomania: l’antagonista perfetto di Thomas Shelby. 

Foto: Peaky Blinders
Lo stile sartoriale di Peaky Blinders, tratto distintivo della banda, ha creato una moda e ferventi imitatori

Attesa febbrile per l’ultima stagione di Peaky Blinders

La febbre Peaky Blinders è ancora altissima e senza dubbio deve molto al grande carisma del protagonista, con il suo enigmatico volto di sfinge senza tempo.

Il mite, delicato e riservatissimo Cillian Murphy ha dovuto fare molti cambiamenti nella sua vita per incarnare Thomas Shelby. L’attore, convinto vegetariano da molti anni, ha modificato la sua dieta per abbracciare un regime carnivoro. Solo così ha potuto irrobustirsi e entrare nel forte e crudele re dei Peaky Blinders.

Circolano voci però che Thomas Shelby  apparirà diverso nella prossima e ultima stagione. Forse il terribile Capo dei Capi rinuncerà ai suoi quotidiani fiumi di whisky irlandese? Proprio lui che ha coniato l’indimenticabile frase “Il whisky è un buon modo per sondare le acque. Distingue le persone vere da quelle false”.

Attendiamo trepidanti il mese di febbraio 2022 per scoprirlo!

Ascolta la versione podcast del nostro articolo su Peaky Blinders!

Peaky Blinders e i suoi gangster: eleganti, brutali, musicali | PODCAST

Un’altra saga criminale familiare inglese? Leggi l’articolo su Gangs of London!

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Tags: crimeGran Bretagnain costumePeaky Blinders
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Francesca Sarah Toich

Francesca Sarah Toich

Francesca Sarah Toich è un’artista che vive e lavora a Parigi, dove ha una compagnia di teatro e magie nouvelle. Scrittrice, autrice, attrice, ha vinto il primo premio nel concorso internazionale di scrittura per lo spettacolo “Premio Goldoni Opera Prima” con la tragedia intitolata “Diotallevi” e ha pubblicato due romanzi fantasy per ragazzi. Ha prestato la sua voce a numerosi film, documentari, installazioni artistiche e radiodrammi (in particolare per RAI radio Italia). Specializzata in Commedia dell’Arte e letteratura italiana è stata premiata come migliore giovane interprete della Divina Commedia, vincendo per due volte il Lauro Dantesco a Ravenna. Insegna e recita in italiano, inglese e francese in numerose compagnie di teatro e ricerca, ed ha portato le sue performance in prestigiosi teatri e gallerie d’arte in varie parti del mondo tra cui recentemente a New York, Mosca e Tokyo.

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