Nei suoi cinque episodi Halston, miniserie uscita il 14 maggio 2021 su Netflix che l’ha anche prodotta, ci permette di conoscere o riscoprire il destino incredibile dello stilista simbolo della New York degli anni ‘70.
Se siete appassionati di tematiche LGBT, di moda, o semplicemente fan di Ewan McGregor non potete perdervela: un biopic brillante, un tuffo nei colori di un recente passato glorioso e maledetto, come quello delle feste del celebre Studio 54 e del glamour americano.
Chi era Halston?
Il nome Halston non vi dice nulla? È normale. In Italia lo stilista non ha conosciuto lo stesso successo del suo rivale, Calvin Klein. In America però è l’equivalente di un Yves Saint Laurent.
Approdato sulle scene della moda disegnando un cappello per Jackie Kennedy nel 1961, Halston diventerà ben presto il primo “sarto-rockstar” americano. Il suo nome sarà un marchio non solo per vestiti d’alta moda ma di profumi, valigie, persino ombrelli. Fu il primo a rendere accessibili gli abiti di lusso elaborando uno stile impeccabile, comodo e alla portata di tutte.
Costumi eccelsi, bella fotografia, un grande McGregor e… Ryan Murphy
L’implicazione di Ryan Murphy come co-sceneggiatore e produttore esecutivo della serie non ci sorprende: lo stilista fu davvero un personaggio in grado di incarnare gli eccessi che al celebre autore televisivo tanto piacciono. Apertamente omosessuale, geniale, eccentrico, lunatico ma al contempo determinato e talentuoso, Halston, interpretato meravigliosamente da Ewan McGregor, rappresenta luci ed ombre della fama e della ricchezza.
Ottimo cast, costumi naturalmente eccelsi e bella fotografia.
La serie ha inoltre il merito di ricordare una figura leggendaria come Liza Minnelli e altri artisti che all’epoca gravitavano attorno al mondo della moda e del design newyorkese. Significativo il riferimento alla coreografa e danzatrice Martha Graham, grande amica di Halston, per la quale lo stilista disegnerà memorabili costumi di scena salvandosi così da una grande depressione.
Dopo un debutto folgorante, infatti, Halston e il suo staff sprofonderanno in una superficiale malinconia, frequente negli universi effimeri del fashion business. Ricordandoci che spesso la moda, come diceva il buon Leopardi, è sorella della morte.