• Missione
  • Redazione
  • Contatti
lunedì, Giugno 9, 2025
  • Login
Mondoserie
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione
No Result
View All Result
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione
No Result
View All Result
Mondoserie
No Result
View All Result
  • Iscriviti alla newsletter
Home Articoli

The Wilds, irritante e inutile clone di Lost (e Il signore delle mosche)

Lo show Amazon, pietosamente cancellato dopo due stagioni, è un (involontario, presumiamo) manifesto contro la gioventù

di Jacopo Bulgarini d'Elci
10/10/2024
in Articoli
Cover di The Wilds per Mondoserie
337
VIEWS
Condividi su FacebookWhatsappEmail

Perché all’epoca mi sono sorbito tutte e dieci le puntate della prima stagione di The Wilds, uscita a dicembre 2020 su Amazon Prime Video? Perché, a distanza di anni, mi sono costretto a guardare (vabbé, occhieggiare, diciamo) pure la stagione 2? Mi piacerebbe dirvi che l’ho fatto io per convincervi a non farlo voi. Ma la visione di un paio di puntate, ammettiamolo, avrebbe prodotto lo stesso consiglio – quello di evitarla. 

Consiglio utile, visto che la premessa narrativa, e produttiva, non era male. Rischiando – ora come allora – di ingannare lo spettatore incauto. O nostalgico. O ottimista. Perché The Wilds, incrociando un po’ di Lost a una spruzzata de Il signore delle mosche, colloca su un’isola deserta un gruppo di adolescenti. Tutte femmine (nella prima stagione). Ponendole di fronte a una sfida che non è solo per la sopravvivenza, visto che – non svelo nulla che non emerga fin da subito – le ragazze sono vittime di un esperimento sociologico segreto. Che punta a studiare la loro capacità di resilienza. 

L’ho detto: non suona male. E ad aumentare il pericolo, c’è pure un giudizio critico medio che è stato, sorprendentemente, piuttosto positivo. Si potrebbe anzi dire che sia l’unico mistero di quest’isola di cui valga la pena occuparsi…  

Dicevo: perché ho continuato a guardarla, oltre il necessario? Mettendo da parte possibili spiegazioni nevrotiche, penso sia scattato un meccanismo diverso. Un esempio da manuale di quella patologia dello spettatore contemporaneo, che – pur in presenza di un catalogo ormai strabordante – ci fa continuare a guardare show che sappiamo essere deludenti. Ma che nondimeno non riusciamo a interrompere, per una ragione o per l’altra.  

L’influenza duratura di Lost (sulle serie, e su di noi)

Nel caso in questione, e almeno per me, è probabile si tratti dell’impatto generazionale e fondativo che ha avuto Lost, uno dei capisaldi della moderna serialità. Tale è stata la sua influenza, e il piacere che ha saputo costruire nelle sue sei stagioni (che non sono invecchiate di un giorno, come raccontiamo in questo podcast registrato in occasione dei vent’anni della mitica serie), da indurre anche lo spettatore smaliziato a cercare di ritrovarne lo spirito. A volte disperatamente. E persino con prodotti che ne sono, più che figli legittimi, cloni mal riusciti. Su quell’isola, ogni tanto, “we have to go back”, come gridava Jack in un momento di svolta del capolavoro di Lindelof, Abrams, Lieber.

The Wilds, serie creata da Sarah Streicher per Prime Video, è in effetti una sorta di clone imbastardito. Di Lost scopiazza grossolanamente la premessa narrativa (un gruppo di naufraghi deve risolvere il mistero del proprio incidente), l’ambientazione (un’isola deserta), l’idea generale dei caratteri (ciascuno con i propri demoni) e lo schema drammaturgico principale (l’uso dei flashback). 

Il tema, qui, ha però una variante anagrafica: è un gruppo di teenager tutto al femminile che dovrà trovare il modo di sopravvivere, capire cosa sia successo, tornare alla civiltà. Cosa che fra l’altro richiama una serie (bruttina) della prima metà del 2019, The Society, in cui si raccontava di una ricca cittadina americana da cui, improvvisamente, scompaiono gli adulti. C’è poi l’invenzione, che accennavo, dell’esperimento sociologico e del controllo a distanza: ma sono possibilità che i fan di Lost si erano già immaginati, come ho ricordato in questo articolo di retrospettiva.

Sullo sfondo, ma proprio tanto sullo sfondo, si staglia l’ombra sempiterna del classico Il signore delle mosche, grande romanzo d’esordio del premio Nobel William Golding. 

Il signore delle mosche: un romanzo più citato che capito

È molto evidente che agli autori di The Wilds piacerebbe l’accostamento. Né sono stati i primi a provarci: ma come sempre, questo straordinario libro è più citato – o evocato – che realmente compreso. Pubblicato nel 1954, Il signore delle mosche (Lord of the Flies) racconta di un gruppo di ragazzi britannici che, naufragati su un’isola deserta, scivolano progressivamente verso il caos e la violenza. La storia mette in luce la fragilità delle strutture sociali e la bestialità della natura umana quando viene privata delle regole che la imbrigliano.

Un po’ più in dettaglio, il romanzo è ambientato durante una grande guerra, e racconta la discesa nella barbarie di un gruppo di giovani e giovanissimi. Quindi, in teoria, “innocenti”. E resi ancora più emblematici dal loro status di partenza: studenti, membri di un coro musicale, tutti inglesi, tutti ordinati e civilissimi. All’inizio, tentano di mantenere un’organizzazione sociale nonostante l’assenza di adulti, stabilendo regole per governarsi. Tuttavia, con il passare del tempo, iniziano a emergere comportamenti primitivi e paure irrazionali che portano i ragazzi a un progressivo stato di anarchia e violenza. Questo percorso rivela il lato più selvaggio e oscuro della natura umana. Le paure ancestrali e il comportamento antisociale che si sviluppano nell’isola trasformano il tentativo di autogestione in un incubo ad occhi aperti. Sanguinario, spietato, “barbarico”. 

È la visione pessimistica della natura umana che Golding propone, senza sconti. Quella per cui “Gli umani producono il male come le api producono il miele”. E che però i vari tentativi di appropriazione, o evocazione, falliscono quasi sempre a comprendere, e rispettare. Fermandosi al “setting avventuroso”: cosa succederebbe se… Anche The Wilds sfrutta questa premessa. Fermandosi alla superficie. E incasinando assai il prosieguo narrativo. 

La stagione 2 di The Wilds: arrivano i maschietti

La seconda stagione di The Wilds, uscita nel maggio 2022, tenta di dare una svolta introducendo un nuovo gruppo di giovani naufraghi: stavolta ragazzi. In un cambio di prospettiva, scopriamo che esiste un esperimento parallelo condotto su un gruppo maschile, su un’isola vicina, con le stesse dinamiche della “sfida di sopravvivenza”. Il tentativo di rinnovare la trama si traduce però in una narrazione ancora più frammentata, in cui i nuovi personaggi maschili faticano a emergere come figure interessanti o memorabili – proprio come era successo alle controparti femminili nel primo capitolo. 

Le due linee narrative – quella delle ragazze e quella dei ragazzi – si sviluppano in parallelo, ma senza riuscire a creare né un senso di unità “eroica” (la condivisione di una sfida, che resta separata), né di innovazione o avanzamento. I flashback, che già nella prima stagione avevano il compito di svelare i retroscena dei personaggi, diventano ancora più ridondanti. E confondenti, se si pensa che (anche qui con una scopiazzatura un po’ pigra del meccanismo narrativo caratterizzante di Lost) ai flashback dedicati al passato dei personaggi si sommano i flashforward sul loro destino ultimo (che però rimarrà enigmatico, come vedremo).  

Insomma. L’introduzione dei ragazzi, e di nuove dinamiche, dovrebbe far maturare e rilanciare le tensioni accumulate nel primo capitolo, e la curiosità dello spettatore. Ma in realtà a crescere sono solo confusione e noia. Anche perché la seconda stagione di The Wilds soffre della mancanza di coerenza e direzione che già affliggeva la prima. E due torti, si sa, non fanno una ragione. 

Un (involontario) manifesto anti-femminista? O anti-giovani?

Torniamo un attimo indietro. Ho scritto che il gruppo di ragazze protagoniste della prima stagione di The Wilds “dovrà trovare il modo di sopravvivere”, ma sarebbe più giusto dire “dovrebbe”: nel senso che non fanno niente di quello che ci si aspetterebbe da chi si trovasse naufrago su un’isola deserta. Sporadica è la preoccupazione per cibo, acqua, fuoco. Pressoché assenti i tentativi di organizzare o facilitare il proprio ritorno a casa. Inconsistente la ricerca di spiegazioni sui misteri dell’isola, del viaggio che le ragazze stavano facendo, delle curiose coincidenze che potrebbero far sospettare una macchinazione di qualche tipo. E questo nonostante, a differenza appunto di Lost, vi sia dietro ogni stranezza una spiegazione. Quella appunto dell’esperimento sociologico e formativo. 

In compenso c’è abbondanza di drammi adolescenziali, di crisi di nervi, di recriminazioni: non un gran manifesto femminista, in paradossale contrasto con le intenzioni testuali e metatestuali della seria. Cioè: mostrare giovani donne che affrontano una sfida estrema.

E però il secondo capitolo, introducendo i maschi, sembra paradossalmente aumentare anziché ridurre queste debolezze. Ci si aspetterebbe che i personaggi provassero a confrontarsi con l’isola e i suoi misteri. Assumendo il senso di una sfida non solo personale ma collettiva, morale, psicologica, filosofica. Ma anche nella stagione 2 di The Wilds l’interesse principale resta concentrato sui conflitti interpersonali, sui problemi individuali. E quindi di nuovo litigi, crisi di nervi, iper-problematizzazioni della sfera sessuale. Per i giovani virgulti, tutto molto concitato. Per noi, fioccano gli sbadigli. A meno che non si intenda come un (involontario) manifesto anti-adolescenziale.  

La cancellazione di The Wilds ci ha risparmiato una stagione 3

Non so se fortunatamente, pietosamente o meritoriamente, Amazon Prime Video ha deciso di cancellare la serie dopo due stagioni. Lasciando molte delle domande sollevate senza risposta (no, niente a che fare con il controverso finale mistico di Lost, per proseguire le analogie). Il cliffhanger conclusivo, che avrebbe dovuto gettare le basi per una stagione 3 di The Wilds, lascia gli spettatori appesi al dirupo. A chiedersi, auspicabilmente, perché poi desiderassero tanto sporgersi sul precipizio (sul baratro) di questa storia. O in cosa, misteriosamente, sperassero: un colpo d’ala? Una svolta geniale?

La verità è che la cancellazione ci ha risparmiato un terzo capitolo in cui non osiamo immaginare quale sarebbe stata la nuova trovata – dopo due stagioni segnate, rispettivamente, da un’isola con sole ragazze e una con soli ragazzi…

Per carità, non siamo certo ai livelli di un’altra serie malamente parassitaria di Lost, e cioè The i-land, una vera schifezza come non capita di frequente di vederne. Ma, così come noi non rimpiangiamo per un secondo la mancata conclusione della serie, voi potete rinunciare senza troppi pensieri a guardarla. O a guardare la seconda stagione se avete visto la prima, e non vi ha conquistato: lo show non migliora, anzi. 

A meno che non abbiate molto tempo libero; oppure una passione davvero estrema per il genere survival combinato ai drammi adolescenziali al femminile (e poi al maschile), e/o per gli esperimenti tecno-sociologici del tipo “cosa succederebbe se”… 

La madre di tutte le isole misteriose seriali: Lost

Lost, 20 anni dopo: ancora una volta, dobbiamo tornare sull’isola

Tags: LostsurvivalteenThe Wilds
Post precedente

Hellboy, il diavolo contro il (suo) destino | PODCAST

Prossimo post

Dexter, la normalizzazione del serial killer | PODCAST

Jacopo Bulgarini d'Elci

Jacopo Bulgarini d'Elci

Fondatore e direttore del progetto MONDOSERIE, prende le serie terribilmente sul serio. In una vita precedente è stato assessore alla cultura della città di Vicenza. In altre e non meno reali esistenze, si è perso sull’isola di Lost, ha affrontato i propri gemelli oscuri in Twin Peaks, ha avuto il cuore spezzato da Breaking Bad. Autore e critico tv, scrive interventi sulle trasformazioni dell’immaginario pop (Doppiozero), tiene conferenze, coordina e realizza pubblicazioni. Soprattutto, guarda e riguarda show da quasi 30 anni.

Articoli correlati

Cover di I love you now die per Mondoserie
Documentari

I Love You, Now Die: dalla realtà virtuale ad una morte reale

05/04/2025
Cover di American Vandal per Mondoserie
Articoli

American Vandal: geniale parodia delle inchieste true crime

29/03/2025
Artwork di Euphoria per MONDOSERIE
Articoli

Euphoria: una corsa a perdifiato verso il buio

25/12/2024
cover di Time Bandits, podcast per Mondoserie
Podcast

Time Bandits: da un film culto, un’opera inconsistente | PODCAST

19/11/2024
Cover di Keep Breathing per Mondoserie
Articoli

Keep Breathing e l’ossessione survival: tra tv, videogame e realtà

20/10/2024
Cover di Lost per Mondoserie
Articoli

Lost, 20 anni dopo: ancora una volta, dobbiamo tornare sull’isola

23/03/2025
Prossimo post
Cover di Dexter podcast per MONDOSERIE

Dexter, la normalizzazione del serial killer | PODCAST

MONDOSERIE: COS’È

Tra troppe novità che escono ogni giorno, Mondoserie è la tua guida. Ragionata. Per non perdere tempo: a scegliere, o guardando cose che non meritano.
E per andare in profondità, alla scoperta di cosa i grandi show di ieri e di oggi ci svelano sul mondo.

I più letti della settimana

  • Artwork di The Walking Dead per Mondoserie

    The Walking Dead, la vita continua (e pure la saga)

    739 shares
    Share 296 Tweet 185
  • Murdaugh Murders: il declino di una dinastia nel profondo Sud

    162 shares
    Share 65 Tweet 41
  • The Closer / Major Crimes: se il fine giustifica i mezzi

    1967 shares
    Share 787 Tweet 492
  • Love, Death & Robots volume 4: un preoccupante passo falso

    14 shares
    Share 6 Tweet 4
  • Shiny_Flakes: The Teenage Drug Lord. Una sfida tra realtà e finzione

    782 shares
    Share 313 Tweet 196

RSS MONDOSERIE. Il podcast

  • Criminal Minds: le forme rassicuranti del buio | 2 voci, 1 serie 06/06/2025 MONDOSERIE
  • Star Wars: Clone Wars 2D. Una serie vintage ancora sorprendente | Animazione 03/06/2025 MONDOSERIE
  • Romanzo Criminale, la prima grande serie italiana crime |  2 voci, 1 serie 30/05/2025 MONDOSERIE
  • Secret Level, un bello spot e nulla di più | Animazione 27/05/2025 MONDOSERIE
  • Mythic Quest, l’epica tragicomica del lavoro creativo | 2 voci, 1 serie 23/05/2025 MONDOSERIE
Mondoserie

Una guida critica, per non perdersi. E per scoprire cosa i grandi show ci svelano delle nostre paure, dei nostri desideri, del nostro mondo.

Seguici su

Privacy Policy - Cookie Policy

Tutte le categorie

  • Articoli
  • Artwork
  • Documentari
  • Eventi
  • Film / Saghe
  • Fumetto / Animazione
  • In primo piano
  • Libri
  • Long form, saggi, analisi
  • Mondovisioni
  • Podcast
  • Speciale David Lynch
  • Speciale I Soprano
  • Speciale Mike Flanagan
  • Speciale The Walking Dead
  • Video

Ultimi aggiornamenti

Cover di Love Death & Robots 4 per Mondoserie

Love, Death & Robots volume 4: un preoccupante passo falso

08/06/2025
Cover di The Thing about Pam

The Thing about Pam: psicopatologia di una casalinga serial killer

07/06/2025
  • Missione
  • Redazione
  • Contatti

© 2021 Mondoserie - All rights reserved

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione

© 2021 Mondoserie - All rights reserved

Il meglio di Mondoserie

La tua guida alle serie imperdibili: recensioni, analisi e contenuti esclusivi.

Iscriviti alla nostra newsletter!

Inserisci la tua email