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Keep Sweet: taci e obbedisci… religiosamente

La sconvolgente docuserie di Netflix racconta gli obbrobri sessuali in una setta deviata di mormoni, guidata da un folle “profeta”

di Francesca Sarah Toich
07/08/2022
in Artwork, Documentari
Cover di Keep Sweet per Mondoserie
3.7k
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Nel 2006 Warren Jeffs, leader religioso di una setta con migliaia di seguaci in America, viene arrestato. Ha 78 mogli e 24 di loro hanno meno di 17 anni. Una ne ha addirittura 12. Non bastasse, nei suoi anni di guida spirituale ha favorito lo stupro e le nozze illecite di centinaia di bambine. Oggi è condannato all’ergastolo. Eppure, da una prigione del Texas continua a guidare migliaia di fedeli. Keep Sweet: pray and obey (in it. Keep Sweet: pregare e obbedire – Netflix, 2022) è una sconvolgente docuserie in 4 episodi sulla FLDS (Fundamentalist Church of Jesus Christ of Latter-Day Saints), una setta di derivazione mormonica, scomunicata tuttavia dagli stessi mormoni agli inizi del secolo scorso. 

Il primo episodio inizia con la voce delle vittime. Una serie di donne che sono riuscite con grande coraggio ad abbandonare la setta. Fuggendo letteralmente da essa, dopo aver subito stupri e violenze psicologiche di ogni sorta. 

La regista Rachel Dretzin, dopo aver visitato il loro primo nucleo geografico (Short Creek, Arizona), dopo aver rintracciato numerose persone distaccatesi dalla FLDS, ha offerto loro la possibilità di raccontare non solo la propria storia personale, ma anche come un’intera comunità ha finora vissuto – e tuttora vive – praticando poligamia e segregazione. 

I membri di questo culto religioso, in particolare le donne e i bambini, non hanno quasi nessun contatto con il mondo esterno. A mala pena sanno chi è il Presidente degli Stati Uniti. L’unica autorità che per loro conta è il Profeta – che credono immortale. O meglio, ogni tanto muore ma per reincarnarsi subito in qualcun altro. Specialmente se è figlio suo. Tanto lì i figli abbondano… Al momento dell’arresto pare che Warren Jeff avesse più di 450 figli!

Le rigide regole di una setta remissiva

Keep Sweet inizia mostrandoci il Profeta Rulon Jeffs, un vecchio sugli 80 anni, semi invalido ma ancora in forze per sposare – e violentare quasi ogni notte – le figlie dei suoi seguaci. Indossa sempre un paio di scarpe con delle suole particolari: sotto una è incisa una K, sotto l’altra una S. – Keep Sweet (ovvero: siate dolci e remissive). Un monito per le sue innumerevoli mogli che ogni sera, rigorosamente in fila davanti alla sua stanza, aspettano con dolcezza e obbedienza il loro turno per dargli il bacio della buonanotte… se non peggio. 

Ma con Rulon le cose, per quanto tristi e disgustose, non sono ancora brutali. Ci si sposa verso i 18 anni e gli uomini possono avere molte mogli, anche se in genere si limitano a 3 o al massimo 4. Solo il Profeta può averne a decine. Famiglie allargatissime, dunque, con bambini ovunque e un vestiario rigoroso: il tutto con un atteggiamento d’altri tempi. 

Il resto della popolazione non li vede certo di buon occhio: la setta viene comunque in qualche modo tollerata, soprattutto perché si tratta di una comunità chiusa e riservatissima. Proprio per questo si erano isolati nel deserto dell’Arizona molti anni prima: per poter praticare la poligamia indisturbati. 

Si mantengono con le donazioni degli stessi membri che sacrificano naturalmente tutto per la FLDS, e grazie al loro sobrio stile di vita. Il loro obiettivo è quello di essere il più possibile un microcosmo autarchico. Coltivano e in generale producono tutto il possibile – anche i vestiti – conducendo una vita morigeratissima. Hanno ovviamente la loro chiesa, la loro scuola, ecc. Perfino pompieri e polizia fanno parte della setta. Tutto a Short Creek è in mano loro ed è quindi sotto la particolare giurisdizione teocratica di Rulon Jeffs. 

Keep Sweet – Warren Jeffs: un profetico dittatore reincarnato

Un giorno il Profeta si sente male, ha un ictus. Non è ancora morto, che suo figlio Warren ne ha già preso in tutto e per tutto le veci. Poi, qualche tempo dopo, sotto gli occhi increduli dei suoi fedeli, il vegliardo tira le cuoia per davvero. Fortuna che si reincarna nel figlio Warren, che aveva da tempo preparato il terreno… 

È Warren ora il Profeta: prova ne è che sposa subito quasi tutte le mogli del defunto padre. È arrivato a sposare la propria madre. Chi mai sposerebbe la propria madre? – ci racconta nel documentario uno sconvolto ex seguace. Warren decide altresì di indurire le leggi della comunità: niente più colori accesi come il rosso, le donne non possono più tagliarsi i capelli e devono acconciarsi ogni giorno con complicate pettinature all’insegna dell’austerità. E via la biancheria intima: tutte, a partire dai 5 anni, ora dovranno indossare sotto i vestiti a tinte pastello una pesante tuta bianca che copra dal collo alle caviglie. 

Sbatte poi fuori, senza alcun preavviso, membri della comunità che avrebbero potuto osteggiarlo. Uomini sulla cinquantina, stimati da tutti i fedeli, con famiglie numerosissime, si ritrovano improvvisamente banditi a vita dalla setta. E le loro famiglie vengono ‘ridistribuite’ tra gli altri membri – le mogli e i figli diventando così mogli e figli di qualcun altro. Il nome di questi reietti viene cancellato a vita dalle menti e dagli archivi della FLDS. 

Warren Jeffs è inoltre un po’ preoccupato dal sovrabbondante numero di adolescenti maschi presenti nella comunità. Che farne? Per andare in paradiso un membro della FLDS deve avere come minimo due mogli: questi ragazzini sono dunque una minaccia per il futuro di tutti. 

Disneyland, Las Vegas e spose bambine

Il Profeta li mette alla porta. Caccia letteralmente dalla comunità decine e decine di ragazzi nati e cresciuti come mormoni fondamentalisti e che, ignari del mondo, si ritrovano da un giorno all’altro per strada. 

Ed è qui che i giornalisti e i media cominciano ad interessarsi a questa surreale vicenda. Anche perché è in arrivo un’altra novità, forse la peggiore di tutte: il nuovo Profeta ha intenzione di abbassare drasticamente l’età da marito. Ed ora a 14 anni una fanciulla è più che pronta per andare ad ingrossare le fila delle ‘mogli’. Warren comincia a dare in spose delle bambine ai suoi innumerevoli seguaci, che lo ringraziano donando sempre più soldi alla sua chiesa. 

Con quei soldi comincia a spostare parte della comunità in Texas, dove costruisce un enorme tempio, ancora più isolato e lontano dal resto del mondo. In questo tempio e nelle case attorno vengono portati i bambini senza genitori, per ricevere un’educazione pura. 

Già prima i fedeli si erano dovuti spostare diverse volte a causa dei suoi sospetti. Quindi diverse madri sono state tristemente costrette ad abbandonare i propri figli. Ma nessuno si è mai ribellato: fughe rocambolesche e separazioni forzate erano ormai diventate un’abitudine. 

Sì, perchè in America la poligamia sarebbe vietata. Ma nella stessa America che ha appena reso legale per uno stato la decisione di abolire il diritto all’aborto, viene comunque tollerata. 

Ci sono volute una serie di vittime e un pugno tra investigatori e giornalisti determinati a stare alle calcagna di Jeffs, per poterlo finalmente stanare e denunciare. Dopo che le prime vittime sono riuscite a trascinarlo a processo, lui se la dà a gambe diventando per un certo periodo uno dei dieci fuggitivi più ricercati dall’FBI.

Keep Sweet: vivere all’oscuro

E dove va? I fedeli sembrano non saperlo. Anche se continuano per mesi ad inviargli enormi cifre in contanti, per sostenere la sua ‘battaglia’. In realtà Jeffs se la sta spassando con alcune favorite tra le mogli – nientemeno che a Disneyland, o tra feste e divertimenti tra i più squallidi e meno spirituali che esistano. Tant’è che viene arrestato proprio a Las Vegas. Ammanettato e portato in carcere. E con il suo arresto, è finalmente possibile aprire le porte del Tempio. 

Nel quarto ed ultimo episodio si scopre che in fondo la follia di Warren aveva del metodo. Il Profeta ha infatti filmato, registrato e archiviato tutte le sue ‘iniziazioni’. Sentiamo – l’audio basta e avanza – una cerimonia di iniziazione per la novella sposa 12enne, che viene da lui violentata mentre le altre mogli stanno a guardare, sussurrando litanie di accompagnamento. SUFFICIT.

Tutt’oggi i fedeli della FLDS non hanno bene idea del motivo esatto per cui il loro Profeta è stato arrestato. Chi è riuscito ad uscirne ci spiega che nella comunità sono tutti all’oscuro dei fatti reali, non potendo usare internet, non avendo cellulari e non leggendo i quotidiani. Per tutti loro, il Profeta è ingiustamente detenuto dalle autorità del Mondo Esterno, che è soggiogato dal Diavolo. Se qualcuno parla male del Profeta, queste sono sicuramente parole del Diavolo. Gli ex membri ci dicono che chi è dentro la setta preferirebbe morire, anziché disobbedire.

Keep Sweet e la metafora del capello

Del resto, questa era una delle metafore preferite di Warren per istruire le giovanissime donne della comunità: 

“L’obbedienza perfetta è guidata da un capello. Un capello è così fragile e sottile e la vera obbedienza consiste nell’essere guidate da un capello, che vi tira senza essere rotto. Non deve esserci nessuna resistenza perché la minima disobbedienza potrebbe rompere il capello. Rompere il capello è disubbidire al Profeta. E andare così all’inferno, per sempre. Per questo l’unica regola è restare dolci e sottomesse, pregare e obbedire.”

Non è stato facile digerire i 4 episodi di Keep Sweet su questa setta deviata di mormoni. Contrariamente ad altri ‘guru’ che a volte, nonostante combinino guai e mietano vittime, hanno spesso anche un lato quasi ridicolo e demenziale (abbiamo scritto tra gli altri sui documentari relativi a Bikram, o Doc Antle, o Joe Exotic), in Warren si può vedere solo un’immensa Mala Fede. 

Certo, il fatto che Warren appena uscito dalla setta si sia catapultato a Disneyland e a Las Vegas può farci sorridere. Amaramente. Ma la sconfinata perversione che si è abbattuta per decenni su delle donne inermi, che molto hanno in comune con le handmaids di Margaret Atwood, ci agghiaccia. E i paragoni che si potrebbero fare tra questa docuserie e Il Racconto dell’ancella (di cui abbiamo scritto qui e poi discusso qui in una puntata del podcast) sono davvero molti.

What the fuck! e le molte chiese di Newark

Tuttavia Keep Sweet e gli altri documentari sul FLDS (ricordiamo Prophet’s Pray, 2015) hanno finalmente aperto gli occhi a molte persone. Per decenni l’opinione di tanti ‘vicini’, o di chi anche solo si limitava ad incrociare sul suo cammino i membri della setta, era stata di tolleranza: “in fondo non fanno niente di strano”. Frasi che oggi risuonano codarde. Ma che rispecchiano un’America che crede fermamente nella libertà di poter manifestare le proprie idee e di poter condurre la vita che si vuole. 

Tempo fa mi è capitato di vivere per un mese nella sordida periferia di Newark (New Jersey). Nonostante sia poco distante da New York non ha nulla in comune con la Grande Mela. Squallida, sporca e pericolosa, mi ha colpito soprattutto per l’abbondanza di chiese con nomi di ogni sorta, che spuntavano ad ogni angolo. C’era uno spaccio di alcolici e una chiesa di Cristo qualcosa. E così via, decine e decine di micro chiese. E gente che si sparava per strada. 

L’abbondanza di credo in America è smisurata. La Chiesa FDSL esiste ancora. E i fedeli ancora si radunano ad ascoltare le parole di Warren quando chiama dalla prigione: ogni giorno, religiosamente. 

Molti, grazie a questo documentario, stanno ora testimoniando contro di lui. Screditando ulteriormente questa setta. Gente che non si era mai resa conto dell’universo parallelo in cui stava vivendo, almeno fino a che non ne è uscita. 

Chiudiamo con le parole di un ex membro, riuscito a cambiare vita.

Non conosci nulla di meglio finchè non te ne vai. E allontanarsi è la parte più difficile. 

Alla fine succede a tutti la stessa cosa. 

Esci, cominci a vedere la luce. E dici: “ What the fuck!”.

 

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Tags: documentarioguru e setteKeep Sweetviolenza sessuale
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Francesca Sarah Toich è un’artista che vive e lavora a Parigi, dove ha una compagnia di teatro e magie nouvelle. Scrittrice, autrice, attrice, ha vinto il primo premio nel concorso internazionale di scrittura per lo spettacolo “Premio Goldoni Opera Prima” con la tragedia intitolata “Diotallevi” e ha pubblicato due romanzi fantasy per ragazzi. Ha prestato la sua voce a numerosi film, documentari, installazioni artistiche e radiodrammi (in particolare per RAI radio Italia). Specializzata in Commedia dell’Arte e letteratura italiana è stata premiata come migliore giovane interprete della Divina Commedia, vincendo per due volte il Lauro Dantesco a Ravenna. Insegna e recita in italiano, inglese e francese in numerose compagnie di teatro e ricerca, ed ha portato le sue performance in prestigiosi teatri e gallerie d’arte in varie parti del mondo tra cui recentemente a New York, Mosca e Tokyo.

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