Jim & Andy: The Great Beyond – Featuring a Very Special, Contractually Obligated Mention of Tony Clifton è il beffardo e surreale titolo del documentario del 2017, della durata di 1h e 34m, sulla totale e straniante immedesimazione di Jim Carrey nel ruolo di Andy Kaufman nel film Man on the Moon (biopic del 1999 diretto da Milos Forman).
Noto anche come Jim & Andy: The Great Beyond – The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton, diretto da Chris Smith e prodotto da Spike Jonze, prima di essere distribuito da Netflix, viene presentato fuori concorso alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e in seguito al Toronto International Film Festival.
Dopo aver sbancato i botteghini dei cinema di mezzo mondo, negli anni ‘90, con titoli demenziali come Ace Ventura e The Mask, stanco della maschera che si portava addosso – letteralmente, essendo spesso appellato come ‘rubber face’ – Jim Carrey stupisce tutti con The Truman Show (1998). Film di Peter Weir, per cui l’attore canadese vince il suo primo Golden Globe (il secondo arriva proprio per Man on the Moon).
L’anno seguente viene a sapere di un progetto filmico sulla vita del rivoluzionario comico Andy Kaufman, un suo idolo di sempre. Ma il regista Miloš Forman (due Oscar per Qualcuno volò sul nido del cuculo e Amadeus) non vuole un attore famoso per la parte da protagonista. Jim Carrey si presenta allora registrando un provino (cosa abbastanza inaudita per un divo del suo calibro) e sbaraglia la concorrenza. Scelta più che azzeccata, quella di Forman, visto che il film gli valse l’Orso d’Argento al Festival del Cinema di Berlino come miglior regista.
Chi è Andy Kaufman
Jim & Andy racconta il dietro le quinte della sua straordinaria performance, perché Carrey assunse l’identità di Andy Kaufman, dentro e fuori il set. Jim divenne Andy per tutta la durata della produzione, confondendo i colleghi e la troupe – perfino il suo agente – e arrivando ad esasperare lo stesso regista. Che una volta, preso dalla disperazione, aspettò la fine delle riprese per poter telefonare a Jim Carrey a casa. Per poter finalmente parlare con lui e non con Kaufman. O con Tony Clifton.
Ma chi è Andy Kaufman? Irriverente, eccezionale, imprevedibile, debordante, senza misura, provocatorio, una macchina potenzialmente cortocircuitante qualsiasi situazione, Kaufman è stato un comico americano (1949-84) unico nel suo genere. Un comico alieno, presenza ricorrente nei primissimi anni del Saturday Night Live (che Carrey condusse nel 2011 e 2014), raggiunse la popolarità con una sitcom televisiva (Taxi).
Un comico che odiava la definizione di ‘comico’, a cui preferiva quella di ‘song and dance man’ (ovvero one man show), e che naturalmente odiava le sitcom. Al suo pubblico, che nei teatri gli chiedeva di fare il noto personaggio televisivo (Latka), diceva che avrebbe invece letto Il Grande Gatsby. E lo leggeva. Tutto. Che sfidò sprezzante l’intero genere femminile su un ring da wrestling. Un comico, infine, che creò un suo allucinante alter ego – Tony Clifton -, pittoresco e chiassoso cantante di piano bar di Las Vegas, cercando di convincere tutti (e riuscendovi più volte) non fosse lui mascherato e camuffato…
Abnegazione, scissione e cortocircuito in Jim & Andy
Jim Carrey decise di incarnare la personalità folle e squilibrata di Andy Kaufman – per tacer di Tony Clifton -, mettendo da parte se stesso per tutta la durata delle riprese. Assistito da Bob Zmuda e Lynne Margulies, rispettivamente il partner artistico e la compagna di vita di Kaufman, che per primi si rivolgevano a Jim come fosse Andy, l’obiettivo iniziale era realizzare un backstage speculare al film stesso. Per la Universal, la nota casa di produzione dietro Man on the Moon, quel materiale sarebbe dovuto invece servire alla promozione del progetto. Ma una volta visionato il girato, si decise di proibirne la diffusione. Proprio per evitare di danneggiare l’immagine dello stesso film e, soprattutto, della star che ne era protagonista.
Questa la ragione dei 20 anni trascorsi prima della pubblicazione di questi sublimi filmati d’archivio, che in Jim & Andy – The Great Beyond sono alternati ad una lunga e intensa videointervista a Jim Carrey del 2017. La confessione di un attore invecchiato, con un lungo e folto barbone grigio che è difficile non menzionare.
Jim & Andy non è allora ‘solo’ il resoconto di un’abnegazione attoriale come poche – alla Daniel Day-Lewis, per citare il più sacro dei mostri hollywoodiani (con una dedizione tale che, sul set de Il mio piede sinistro, non si alzò mai dalla sedia a rotelle del suo personaggio). Non è ‘solo’ la storia di una scissione psichica acrobaticamente introiettata in sé, attraverso una personalità multipla costantemente esibita (Kaufman non era mai solo se stesso, bensì se stesso e il personaggio che voleva essere in quel momento). Infine Jim & Andy non è ‘solo’ la testimonianza di un cortocircuito professionale e esistenziale unico, tra l’esilarante e il commovente.
The Great Beyond di Jim & Andy
Esilarante quando entra in scena lo sprezzante Tony Clifton, vistosamente ubriaco, che sbraita contro troupe e regista, portando spesso la situazione al limite. E che naturalmente non smette d’insultare quel tale Andy Kaufman e anche quell’altro, Jim Carrey… Durante una vera festa di Playboy, Hugh Hefner sopporta le stramberie di Tony solo perché gli è stato detto quello essere Jim Carrey. Quando quindi alla festa si presenta anche Jim Carrey, la confusione è al massimo (così lo stesso Kaufman amava stupire tutti con il suo sdoppiamento, facendo a volte incarnare il suo alter ego dal socio Bob Zmuda)… Commovente quando persino i parenti di Andy, venuti sul set a trovare Jim, rimangono senza parole per la sbalorditiva somiglianza. Parlandogli come se fosse il figlio o il fratello che non c’è più…
Jim & Andy è tutto questo marasma dadaista e tutta questa furiosa mise en abyme, ma non è ‘solo’ questo. Perché è anche un’ammaliante flusso di coscienza, una profonda riflessione autocritica che l’attore conduce sulla propria carriera e sulla propria persona. Temi come il lavoro dell’attore su se stesso e sul personaggio, i concetti di maschera e identità, la depressione e il senso della vita, sono affrontati da Jim Carrey con una naturalezza e una profondità da lasciare sbalorditi.
Il comico, confrontandosi con i suoi lavori drammatici, confessa come nei titoli più importanti – The Truman Show e Eternal Sunshine of the Spotless Mind – ci fosse una precisa corrispondenza tra il personaggio incarnato e quella fase della sua vita. A Man on the Moon, che non fece eccezione, seguì il caos e un grande vuoto. Proprio quel The Great Beyond che dà il titolo ad un brano dei R.E.M. realizzato per la colonna sonora del film. Nel cui video Carrey non volle apparire, poiché impossibilitato a tornare ad essere Kaufman.
Essere Jim & Andy in The Great Beyond (per tacer di Tony)
Essere Andy Kaufman (non a caso il produttore Spike Jonze è stato il regista di Essere John Malkovich) è dunque stata per Jim Carrey un’esperienza ben più che recitativa. Un’esperienza radicale, disturbante e totalizzante – per lui e per tutti coloro che lo attorniavano durante la lavorazione del progetto. Un’esperienza iniziata il 27 luglio 1998 e finita il 24 novembre dello stesso anno (le date di inizio e fine riprese).
Jim & Andy: The Great Beyond – Featuring a Very Special, Contractually Obligated Mention of Tony Clifton è un vero e proprio gioiello iconoclasta. Un documentario che racconta il punto di fusione tra due mondi (per tacer di Tony) istrionici e inafferrabili, inqualificabili e strabordanti. Un documentario che come pochi ci racconta la malinconia che necessariamente sovrintende all’esistenza di ogni genio comico (di ogni genio tout-court?).
Ci racconta poi del vuoto che sta dietro ogni maschera, una volta che si sono tolte tutte le maschere. Una volta che si sono confusi tutti i ruoli, in primis quello del narratore, di colui che questa storia la racconta. E che deve continuare a raccontare, incessantemente, almeno fino a quando non troverà la forza e il coraggio di affrontare quel vuoto che è il silenzio. Ma fino ad allora, continuerà il racconto di Jim & Andy, ovvero l’eroica impresa di mettersi contro se stessi, sfidando la propria stessa immagine. Una sorta di infantile volontà autodistruttiva portata all’estremo, per la curiosità di vedere cosa ci sia dall’altra parte. In The Great Beyond.
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