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Chainsaw man: storia d’amore, amicizia e motoseghe | Fumetto
Chainsaw Man, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Il mitico Chainsaw man (L’Uomo Motosega) è un manga che dal 2018 ad oggi ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. L’opera è un mix letale di azione, horror e umorismo. Nel 2022 è arrivata la prima stagione anime, con una splendida sigla zeppa di citazioni cinefile, che ha segnato ascolti da record. Nell’autunno 2025 arriverà anche un lungometraggio che sintetizza un secondo arco di storie. Quello che stupisce è come un’opera così estrema possa aver fatto breccia in così tante persone. Segno che forse il suo autore è capace di toccare anche altre corde, oltre a quelle dell’umorismo e dell’orrore.
Tecnicamente siamo di fronte a un Battle Shonen, ovvero un fumetto che presenta storie per adolescenti avventurose e divertenti, che culminano sempre con una gran battaglia. Ciononostante l’opera ha trasceso generi ed età, diventando un fenomeno globale. Anche grazie al mondo del cosplay, che ha eletto il look dei protagonisti di questo manga una vera e propria icona di stile. Ma non è solo una questione di apparenze. In una marea di pubblicazioni il Chainsaw Man di Tatsuki Fujimoto emerge grazie a uno stile personalissimo fatto di disegni dal tratto sporco e ipercinetico, ad una storia dal ritmo avvincente ed elevato, e a uno stuolo di personaggi ferocemente tragicomici.
“Fumetto” è il formato del podcast di Mondoserie dedicato al mondo dei fumetti. Dai grandi classici alle opere più recenti. Italiani, orientali, occidentali.
Un mondo senza catastrofi, pieno di demoni
Il mondo di questo fumetto è un presente alternativo in cui molti dei drammi che hanno sconvolto l’umanità, come Olocausto o pestilenze, non sono mai esistiti. Di contro, i demoni che incarnano le umane paure sono reali e rappresentano un pericolo continuo. Invadono le case, aggrediscono genti e bestie, e sempre più spesso mietono vittime. Il più temuto di tutti è il Diavolo Pistola, una terrificante entità oscura che personifica la brutalità delle armi e che in un’unica apparizione è riuscito a falciare milioni di vite in tutto il mondo. Da allora gli esseri umani vivono nel terrore, covando desiderio di vendetta.
Denji è un sedicenne indigente, costretto a ripagare i debiti che il padre defunto aveva contratto con la Yakuza. Dopo aver venduto per pochi soldi parte dei suoi organi, ora se la cava facendo lo sterminatore di diavoli minori. Ad aiutarlo il buffo Pochita, un tenero diavolo dall’aspetto di un cagnolino di pezza, ma con una motosega in centro alla fronte. Il povero Denji si ritrova fuso con il proprio animaletto e diventa il temibile Chainsaw man: in parte umano, in parte diavolo, potentissimo quanto ingenuo.
La bella e misteriosa Makima assolda il giovane nel Dipartimento di Pubblica Sicurezza, un ente governativo che si occupa di dare la caccia alle entità malvagie. Le varie sezioni del Dipartimento sono formate da diavoli che hanno deciso, con le buone o con le cattive, di collaborare. Da umani che con i demoni hanno stretto un patto per poterne utilizzare le caratteristiche e anche da Majin, ovvero spiriti che hanno preso possesso di un cadavere. Veniamo introdotti così a un nutrito numero di comprimari totalmente strambi e tragicomici…
Un autore capace anche di incredibili finezze
Per chi volesse etichettare Tatsuki Fujimoto come semplice autore action splatter, consiglio la lettura di due brevi storie sorprendenti per delicatezza e profondità: Look Back e Goodbye Eri.
Look Back, di cui potrete trovare l’ottima versione anime su Prime Video, è una toccante storia di amicizia tra due ragazze, poi donne, unite dalla passione per il disegno. In poco più di un centinaio di pagine splendidamente sospese nel tempo, l’autore canta la forza dei legami tra le persone, l’importanza della passione, la conseguenza delle scelte, il rimorso e il rimpianto.
Goodbye Eri parla di un adolescente che riprende con la videocamera gli ultimi anni di vita della madre, malata terminale. Ad aiutarlo sarà la giovane ed enigmatica Eri, in una storia che affronta il problema del ricordo e della percezione delle persone. Cosa ha più valore? L’effettiva condotta di vita di un nostro caro o l’immagine che abbiamo deciso di ricordare?
Come già detto, due opere delicate, semplici eppure profonde. Due brezze primaverili rispetto all’uragano di arti e interiora dell’Uomo Motosega, che ci dimostrano che Fujimoto è uno dei più importanti narratori di questa generazione.
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