• Missione
  • Redazione
  • Contatti
lunedì, Giugno 9, 2025
  • Login
Mondoserie
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione
No Result
View All Result
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione
No Result
View All Result
Mondoserie
No Result
View All Result
  • Iscriviti alla newsletter
Home Articoli

1899: fine precoce di un mistero infinito

La nuova ambiziosa serie di Odar e Friese, autori di Dark, è un gioiello mistery. Purtroppo stroncato sul nascere, dopo la prima stagione.

di Livio Pacella
28/04/2023
in Articoli, Artwork
Cover di 1899 per Mondoserie
1.6k
VIEWS
Condividi su FacebookWhatsappEmail

A fine 2022 ha debuttato la prima attesissima stagione di 1899 – la nuova serie di Baran bo Odar e Jantje Friese. Ovvero i teutonici autori di quel gioiello assoluto targato Netflix che risponde al nome di Dark. 

Coppia nella vita e nell’arte – regista lui, sceneggiatrice lei – così firmano ogni episodio, curandone quindi assieme ogni aspetto creativo, nella scrittura come nella direzione. E nella produzione, affidata alla loro Dark Ways, con l’orgoglio di aver realizzato con 1899 la serie tedesca fino ad ora più costosa (60 milioni di euro).

Dopo l’immenso successo planetario di Dark, la sfida posta da questa seconda uscita era senza dubbio assai ambiziosa. E questa prima stagione di 1899 (di cui abbiamo discusso qui nel podcast) non ha certo tradito le alte aspettative, presentando una storia che vira dall’horror alla fantascienza, senza mai tradire il mistero come cifra stilistica e narrativa su cui edificare tutti e otto gli episodi.

Questa storia, che avviene idealmente nell’anno del titolo, è ambientata principalmente su un transatlantico, il Cerberus, che dall’Europa porta a New York più di mille persone (1423 per l’esattezza) di diverse nazionalità ed estrazione sociale. La classe benestante usufruisce di eleganti cabine e di una sontuosa sala ristorante. La classe povera è relegata in un unico e grigio casermone, posto sotto il ponte della nave, ponte che comunque rimane loro inaccessibile. 

Una torre di Babele tra Cerbero e Prometeo

Come per Dark, la coralità è un aspetto fondamentale del costrutto narrativo: assieme alla protagonista, la dottoressa inglese Maura Franklin (Emily Beecham), una delle prime studiose del cervello umano, vi sono un prete spagnolo in compagnia di un arrogante fratello; due novelli sposi francesi che sembrano odiarsi; una maitresse che ricatta una geisha, al seguito con la sua serva. Tra i più umili spicca una famiglia danese con una madre ossessionata da Dio, una figlia incinta e un figlio con al volto una vistosa cicatrice. Non mancano figure clandestine o apparse di colpo letteralmente dal nulla…

Le diverse nazionalità dei protagonisti implicano dialoghi per così dire multilingua. In tedesco, inglese, spagnolo, francese, danese, cinese. Sì da creare situazioni di reciproca incomprensione, o di necessità di comprendersi al di là della lingua parlata. La stupida soluzione del doppiaggio nostrano – che ha tradotto tutto in italiano – ha vanificato, se non ridicolizzato, questo preciso intento (ricordate l’analogo problema ne Il disprezzo di Godard?).

In più tutti questi personaggi sembrano nascondere un segreto, sembrano anzi fuggire da qualcosa di terribile nascosto nel loro passato. Sembrano soprattutto non essere quello che sembrano. Per questo l’improvviso cambio rotta della nave, che ha localizzato il Prometheus, altro transatlantico della stessa compagnia dato per disperso da mesi, nel bel mezzo della traversata, e l’idea di poter tornare indietro, genera il panico nella maggior parte dei passeggeri.

L’inquietudine domina, dal ritrovamento del Prometheus – ridotto ad una nave fantasma, a parte uno strano bambino – in poi, anche buona parte dell’equipaggio. A partire dal capitano del Cerberus, Eyk Larsen (Andreas Pietschmann, visto in Dark). 

1899 tra Platone e Bowie, Hendrix e Goya

L’impazzire delle bussole è il classico prodromo – cui faranno seguito molti altri classici, dalla cantilena nella notte al cupo ticchettio – di un viaggio che diventa sempre più folle. Personale. Metafisico. Tutti i drammi dei protagonisti saranno infatti chiamati in causa. In un gioco ad incastro di ricordi e memorie, tra presente e passato. Il bambino che non proferisce parola ha con sé una piccola piramide nera, che custodisce gelosamente. 

La piramide, assieme a scarabei apriporte, a botole che appaiono e scompaiono, e a suicidi di massa, compone un quadro di rimandi sempre più onirici ed ipnagogici.

Tra realtà e simulazione, passato e futuro, simboli sapienziali egizi e tecnologia steampunk, assurdi salti nello spazio tempo, drammi familiari ed epici ammutinamenti, si consuma lo spasmodico domino narrativo di 1899. Senza dimenticare il mito della caverna di Platone e i dipinti di Goya, o la raffigurazione del triangolo piramidale con una linea orizzontale al centro, disseminato un po’ ovunque tra scenografia e costumi. 

E senza dimenticare l’anacronistico (nel senso del passato o del futuro?) rock in chiusura di ogni episodio: Deep Purple, Jimi Hendrix, Black Sabbath, David Bowie… 

Tutto concorre, a livello estetico e al contempo significativo, a costruire un entusiasmante e coinvolgente rompicapo. Avendo fiducia che, passata la sbornia ipnotica, sarà rivelato l’arcano che sorregge tutta questa incontenibile vulcanicità creativa… 

Con Dark, in fondo era stato così.

L’insolita purezza di un mistero a metà

Ma a differenza del precedente Dark, qui si ha la sensazione che i due autori abbiano voluto amplificare in modo estenuante l’utilizzo di simboli e paradossi. Con il nobile intento di creare un’atmosfera di puro mistero, ovvero un mistero non supportato da spiegazioni logiche di alcun tipo. Puro godimento estetico della visione filmica. Che non è certo poco (tra i precedenti Twin Peaks, capostipite del genere, Lost e ovviamente la stessa Dark).

Del resto, parafrasando quanto viene detto in 1899, la curiosità è pericolosa e l’uomo può scegliere di evitarla o affrontarla. Può scegliere cioè di vivere felice e spensierato oppure dolorosamente oppresso dal suo stesso desiderio di sapere. 

Dopo l’incredibile epopea di Dark, la cui narrazione – piombata nel caos più assoluto – viene miracolosamente sciolta nel finale (e solo nel finale), non lasciando irrisolta nessuna questione, si poteva dare fiducia al duo Odar – Friese. Il finale della prima stagione di 1899 ci precipita nello stupore più radicale. Lasciandoci con una tremenda fame di continuare l’avventura. Di vedere – per dirla terra terra – dove diavolo andrà mai a parare…

E invece, ahimè, no. Netflix ha deciso di non produrre la seconda – e la terza – stagione, già ideate e sviluppate, pronte per essere sceneggiate e girate. Così il senso di questa prima va a farsi benedire (un po’ come è successo a Raised by Wolves, troncata dopo la seconda). I misteri rimangono irrisolti, tanto che ci sentiamo di consigliare cautela nell’approcciarvi alla visione di 1899. Siate consapevoli: gli affascinanti enigmi presentati sono destinati a restare tali. 

Realizzando così, in fondo, l’ambizione di questa serie: inscenare un mistero in piena purezza, senza vincoli esplicativi…

Ascolta la nostra analisi nel podcast su 1899

1899 e il fascino indicibile di un viaggio senza fine | PODCAST

Degli stessi autori: leggi il nostro articolo su Dark 

Dark: viaggio di sola andata nel mistero

Un antesignano illustre: scopri lo speciale su Twin Peaks

SPECIALE TWIN PEAKS 30 | Intro: Mysteries of Love

Tags: 1899darkfantascienzamistero
Post precedente

The Haunting of Hill House: mistero, orrore, rovina | PODCAST

Prossimo post

Il Corvo di James O’Barr: una terapia del dolore | PODCAST

Livio Pacella

Livio Pacella

Livio Pacella [altrove Al Lecap o liviopacella]. Attore, autore, regista, filosofo ballerino, poeta maledetto, bohemien, da tempo impegnato nella stesura di "In Progress - a work", continua a vivere, tra lo stupore generale, al di sopra dei suoi mezzi.

Articoli correlati

Cover di Love Death & Robots 4 per Mondoserie
Articoli

Love, Death & Robots volume 4: un preoccupante passo falso

08/06/2025
Cover di Star Wars Clone Wars 2D podcast per Mondoserie
Podcast

Star Wars: Clone Wars 2D. Vintage, da recuperare | PODCAST

03/06/2025
Cover di Secret Level podcast per Mondoserie
Fumetto / Animazione

Secret Level, un bello spot e nulla di più | Animazione

27/05/2025
Cover di Animatrix podcast per Mondoserie
Podcast

Animatrix: un’antologia non ancora obsoleta | PODCAST

27/05/2025
Cover di Andor per Mondoserie
Articoli

Andor: contro l’Impero, per la libertà. Una serie stellare!

01/06/2025
Cover di The Young Pope per Mondoserie
Articoli

The Young Pope e l’enigma – splendente – della fede

17/05/2025
Prossimo post
Cover de Il Corvo podcast per Mondoserie

Il Corvo di James O’Barr: una terapia del dolore | PODCAST

MONDOSERIE: COS’È

Tra troppe novità che escono ogni giorno, Mondoserie è la tua guida. Ragionata. Per non perdere tempo: a scegliere, o guardando cose che non meritano.
E per andare in profondità, alla scoperta di cosa i grandi show di ieri e di oggi ci svelano sul mondo.

I più letti della settimana

  • Artwork di The Walking Dead per Mondoserie

    The Walking Dead, la vita continua (e pure la saga)

    736 shares
    Share 294 Tweet 184
  • Murdaugh Murders: il declino di una dinastia nel profondo Sud

    162 shares
    Share 65 Tweet 41
  • The Closer / Major Crimes: se il fine giustifica i mezzi

    1967 shares
    Share 787 Tweet 492
  • Love, Death & Robots volume 4: un preoccupante passo falso

    12 shares
    Share 5 Tweet 3
  • Shiny_Flakes: The Teenage Drug Lord. Una sfida tra realtà e finzione

    781 shares
    Share 312 Tweet 195

RSS MONDOSERIE. Il podcast

  • Criminal Minds: le forme rassicuranti del buio | 2 voci, 1 serie 06/06/2025 MONDOSERIE
  • Star Wars: Clone Wars 2D. Una serie vintage ancora sorprendente | Animazione 03/06/2025 MONDOSERIE
  • Romanzo Criminale, la prima grande serie italiana crime |  2 voci, 1 serie 30/05/2025 MONDOSERIE
  • Secret Level, un bello spot e nulla di più | Animazione 27/05/2025 MONDOSERIE
  • Mythic Quest, l’epica tragicomica del lavoro creativo | 2 voci, 1 serie 23/05/2025 MONDOSERIE
Mondoserie

Una guida critica, per non perdersi. E per scoprire cosa i grandi show ci svelano delle nostre paure, dei nostri desideri, del nostro mondo.

Seguici su

Privacy Policy - Cookie Policy

Tutte le categorie

  • Articoli
  • Artwork
  • Documentari
  • Eventi
  • Film / Saghe
  • Fumetto / Animazione
  • In primo piano
  • Libri
  • Long form, saggi, analisi
  • Mondovisioni
  • Podcast
  • Speciale David Lynch
  • Speciale I Soprano
  • Speciale Mike Flanagan
  • Speciale The Walking Dead
  • Video

Ultimi aggiornamenti

Cover di Love Death & Robots 4 per Mondoserie

Love, Death & Robots volume 4: un preoccupante passo falso

08/06/2025
Cover di The Thing about Pam

The Thing about Pam: psicopatologia di una casalinga serial killer

07/06/2025
  • Missione
  • Redazione
  • Contatti

© 2021 Mondoserie - All rights reserved

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione

© 2021 Mondoserie - All rights reserved