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The Investigation, raffinata decostruzione del giallo classico | 2 voci, 1 serie
The Investigation, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella
Ispirato a un clamoroso caso di cronaca nera, The Investigation (di cui avevamo scritto qui tempo fa) è un piccolo gioiello danese uscito a fine settembre 2020 nel suo paese d’origine e poi distribuito internazionalmente nel 2021. Una miniserie gialla non per tutti i gusti.
Nonostante le sole 6 puntate, infatti, richiede l’accettazione di ritmi fluviali, lontani da ciò a cui normalmente il genere poliziesco ci ha abituato. Ma per chi saprà arrivare fino alla fine, la visione di questo show riserverà soddisfazioni di notevole intensità.
In termini anche, per così dire, filosofici: come raccontiamo nel podcast, The Investigation non è solo una tesa e avvincente indagine. Ma anche una destrutturazione anti-retorica dei canoni del giallo…
“2 voci, 1 serie”: dialoghi sulle cose che ci piacciono, o ci interessano, nel podcast di Mondoserie.
Da cosa deriva The Investigation: il “giallo del sottomarino”
Ne parliamo meglio nel podcast, ma The Investigation è ispirata a un vero caso di cronaca, molto discusso, del 2017: il “giallo del sottomarino”. Cioè l’omicidio della giornalista svedese Kim Wall. Tra i motivi che accesero uno spasmodico interesse del pubblico vi erano le caratteristiche davvero eccezionali della vicenda.
La vittima era salita a bordo di un sottomarino per intervistarne il costruttore, l’inventore e imprenditore danese Peter Madsen. Con i suoi 18 metri di lunghezza e 40 tonnellate di peso, l’UC3 Nautilus era uno dei modelli privati più grandi al mondo. Ore dopo un mezzo di soccorso recuperò il solo Madsen, mentre il sommergibile affondava. Della donna nessuna traccia.
Ma sospetti immediati, e atroci, anche per le numerose contraddizioni del racconto dell’uomo. E poi ricerche minuziose e difficilissime: come ritrovare un corpo che – si sospetta – è stato sepolto in mare aperto, preda delle forti correnti dello stretto che separa Danimarca e Svezia?
Un giallo antiretorico
Nel raccontare le indagini della polizia di Copenaghen, la serie non ci risparmia niente. La lentezza delle procedure, la frustrazione dei vicoli ciechi, le difficoltà della ricerca, la modestia dei successi. Costantemente sfidati dall’imperativo che il procuratore ricorda agli inquirenti: non basta sapere come sono andate le cose, bisogna provarle. E l’onere della prova spetta all’accusa, perché “in dubio pro reo”: già da sola una lezione di civiltà e maturità.
L’indagine di The Investigation – lo raccontiamo nel podcast – si dipana lungo sei mesi e sei puntate che indugiano sui corridoi grigi, gli uffici tristi, e più di ogni altra cosa la faccia grigia e triste del protagonista (Søren Malling, nell’originale The Killing). Un capo della polizia che non può accettare che un colpevole rimanga impunito, e fa di tutto – sacrificando molto – per restituire ai genitori della vittima un po’ di pace.
Spogliata delle sue facilonerie adrenaliniche, l’investigazione ritrova piena la sua dimensione etica: quella di cercare di sanare una ferita inferta al corpo sociale.
Una miniserie gialla per un pubblico maturo.
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