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Lo straordinario mondo di Gumball: originalità e spensieratezza

240 fantastici episodi brevi a tecnica mista di animazione: tradizionale, CGI, flash, burattini, stop-motion, live action…

di Livio Pacella
17/05/2025
in Articoli, In primo piano
coveri de Lo straordinario mondo di Gumball per Mondoserie
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Lo straordinario mondo di Gumball (The Amazing World of Gumball) è un cartone animato prodotto da Cartoon Network in 6 stagioni (2011-19) per 240 episodi della durata di 11 minuti. La serie angloamericana, creata da Ben Bocquelet e diretta da Mic Graves, ha coinvolto in coproduzione diversi studi d’animazione (Cartoon Network Development Studio Europe con Studio Soi, Dandelion Studios e Boulder Media Limited).

Nel 2011, dopo il debutto britannico e quindi statunitense, l’Italia è il terzo paese a mandare in onda Lo straordinario mondo di Gumball, dopo averlo presentato al festival d’animazione Cartoons on the Bay (Rapallo), al Salone internazionale del libro a Torino e al Fiuggi Film Festival. Oltre che su Cartoon Network, la serie animata è trasmessa in chiaro dal 2012 su Boing, dove tuttora regna incontrastata (andando in onda letteralmente non stop) nel palinsesto notturno. Ma la prima stagione si trova anche su Now e Infinity. Nel corso degli anni, lo show è approdato in tutta Europa – Ucraina compresa, e poi Messico, Nuova Zelanda, Filippine, Giappone, Singapore, Australia, Brasile, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Russia. Corea del Sud, Egitto…

La caratteristica principale de Lo straordinario mondo di Gumball è, come risulta immediatamente chiaro dalla visione, di tipo stilistico. In realtà si potrebbe dire che è proprio la mancanza di unità stilistica a contraddistinguere questo cartone animato. Che è realizzato a tecnica mista, combinando l’animazione tradizionale con CGI, flash, burattini, stop-motion, live action… Ogni personaggio della serie ha uno stile assolutamente sui generis, sì da creare un carnevalesco calderone visivo dove coesistono realtà formali tra loro apparentemente contraddittorie.

Una montagna di scarti per abbattere la quarta parete

Lo straordinario mondo di Gumball è una vera e propria festa dadaista dell’animazione, dovuta in buona parte alla stessa genesi della serie. Il suo creatore Ben Bocquelet a partire dai primi anni 2000 aveva disegnato e dato vita ad una marea di personaggi fittizi, per pubblicità e cose simili. Per un motivo o per l’altro, buona parte di questi era stata scartata. Quando approdò a Cartoon Network, che al tempo (2007) cercava nuove idee, propose un cartone su una scuola di correzione frequentata da tutti questi suoi personaggi – ciascuno con una propria formula d’animazione – scartati. Il concept maturò, venendo riscritto fino a far diventare la scuola di correzione una semplice scuola media nella ridente cittadina californiana di Elmore.

Ad Elmore, che è vagamente costruita sul modello Springfield de I Simpson, vive l’allegra famiglia Watterson, ma le analogie con gli omini gialli dalle 4 dita (e con I Griffin, American Dad ecc.) finiscono qui. Innanzitutto perché Lo straordinario mondo di Gumball ha un diverso target di riferimento, per quanto ambiguo e di difficile collocazione. Il cartone probabilmente nasce per le fanciulle e i fanciulli sui 10-12 anni, ma già a partire dalla seconda stagione aggiusta velocemente il tiro, arrivando a essere tranquillamente godibile per ogni età (come ad esempio Spongebob).

In verità sono diversi gli aggiustamenti tra la prima e la seconda stagione. Includono la riprogettazione di alcuni personaggi, un incremento nell’uso di effetti visivi e, in generale, una superiore qualità di animazione. Nonché un cambio caratteriale del protagonista, che diventa più cinico e menefreghista. E in parallelo un mutamento nella natura di spensierato cartone animato, che diventa quindi più consapevole, tagliente e audace. Ad una costante satira sociale si abbina ora una bizzarra autoreferenzialità narrativa, che va esplorando limiti e profondità della cosiddetta (un tempo ‘catodica’) quarta parete.

Lo straordinario mondo di Gumball: la famiglia Watterson

Tornando alla famiglia protagonista dello show, i Watterson, l’autore dice di essersi ispirato alla propria (sic). Gumball è l’azzurro gattesco figlio 12enne, e Darwin – un pesce rosso fuor d’acqua a cui sono spuntate le gambe – il suo inseparabile fratellastro, partner e sodale. Completano il surreale e grazioso quadretto la piccola e intelligentissima coniglietta rosa Anais, la mamma gatta azzurra Nicole e il papà Richard, grosso grasso e pigrissimo coniglio rosa.

Come tante altre cose a Elmore, i ruoli genitoriali sono rovesciati. Richard ha sì le classiche caratteristiche – condivise anche da Homer e Peter – onnivore e narcolettiche, ma è il casalingo dei due. A lavorare, in una fabbrica di arcobaleni, è la protettiva e all’occorrenza temibilissima Nicole. A dispetto del titolo, tutti sono a turno protagonisti di qualche episodio. Ci sono poi puntate in cui non c’è nemmeno un protagonista, né figurano i Watterson (se non di sfuggita), come quelle dedicate all’improbabile notiziario locale, le carrellate di video presi dalla (loro) rete o dei sogni notturni degli abitanti di Elmore.

Tutto ad Elmore è passibile di divenire un personaggio. Il confine tra animato e inanimato è oltremodo labile e fittizio. Oggetti, alimenti, animali antropomorfi e non… Difficile stabilire se un hot dog sia l’ennesimo strampalato ragazzino o se non sia solo un hot dog – anche se parlante e con gli occhiali da sole. Just kidding… ma anche no. Perché, ad esempio, Banana Joe è sia un divertentissimo personaggio sia una banana. Il passaggio metamorfico da soggetto animato a oggetto inanimato, in questo come in tanti altri casi, è continuo e senza restrizioni di sorta. Così come Gumball è un ragazzino ma è anche un gatto azzurro. Che a volte non resiste ad inseguire una luce laser puntata sui muri o a fare le fusa su una tastiera.

L’ingannevole leggerezza di un sofisticato universo animato

Ne Lo straordinario mondo di Gumball è quindi assolutamente normale che la scuola sia frequentata da un dinosauro T-Rex, una nuvola, un robot, una fetta di pane tostato, un cactus – e dal sopracitato Banana Joe. Che l’insegnante sia la signorina scimmia e il preside un groviglio di peli con occhiali da vista. O che il poliziotto sia una ciambella con distintivo, l’infermiera un cerotto con rossetto, il disinfestatore uno scarafaggio con cappellino, infine il sindaco di Elmore il faccione di Trump (con tanto di piccole braccia e gambette), e così via…

Parodia e non-sense vanno qui sempre a braccetto, in un universo animato le cui leggi sono capricciosamente mutevoli per forma e contenuti, e che spesso indugia in sofisticate situazioni di mise en abyme. Del resto Cartoon Network, sin dai primi anni del duemila, ha prodotto e presentato show difficilmente inquadrabili come innocui e puerili cartoni animati per bambini. Penso a Leone il Cane Fifone, con la sua raffinata ambientazione metafisica, l’incipit beckettiano di ogni puntata e quel tocco macabro-demoniaco nel tratteggiare gli antagonisti. Penso anche – e soprattutto – a quel vero e proprio capolavoro che è Mucca e Pollo, impossibile da riassumere in poche righe. Più recentemente invece, il notevole Adventure Time ha riscritto le regole della narrazione animata fiabesca, contribuendo a creare quel contesto di libertà creativa e fantasia sfrenata in cui Lo straordinario mondo di Gumball si inserisce perfettamente.

Tra la spensierata spontaneità dei singoli e i grotteschi standard sociali si muovono dunque le avventure di Gumball e soci. Che rovesciano a piacimento la realtà, scoprendone spesso gli assurdi meccanismi di percezione e funzionamento. L’ingannevole leggerezza di questo cartone animato ne nasconde talvolta l’assoluta profondità e la chirurgica precisione nell’esplorare temi sempre in bilico tra la scottante attualità e l’umano troppo umano. Senza mai tralasciare niente, affrontando tutto – tristezza compresa – con coraggiosa spudoratezza. E, come accennato più su, cercando di sondare gli stessi limiti strutturali della finzione animata seriale.

La fine de Lo straordinario mondo di Gumball?

Come ad esempio nella terza stagione (Il vuoto), quando Gumball e Darwin finiscono in una dimensione nascosta che accoglie tutti gli ‘errori’ – reali e immaginari – del mondo (dai dodo ai sandali con le calze). Da qui, non visto, riesce a fuggire Rob. Personaggio secondario delle prime due stagioni, divenuto irrilevante per gli stessi autori dello show. E quindi anche per Gumball e Darwin, che non ne ricordano nemmeno il nome. Sfigurato dal brusco passaggio ‘ontologico’, Rob diventa la nemesi di Gumball e, in un certo senso, il villain della serie. Splendide le puntate con il ‘telecomando del potere’ divenuto strumento di animazione e riscrittura in diretta di presente e passato.

Sempre in chiave mise en abyme, emblematica e sublime la puntata in cui – Gumball convince la propria famiglia a non prestarsi a pubblicizzare prodotti commerciali all’interno delle loro vite (e dunque degli stessi episodi!). Finendo in questo modo i soldi per la produzione dello show, regrediscono tutti allo stadio di vignette dello script, fino a tornare allo stadio di prime bozze disegnate.

Rob torna anche nell’ultimo episodio dell’ultima stagione – La Scuola Trasformata (The Inquisition) – dove alla Elmore Junior High arriva il sovrintendente scolastico Maligno (Evil). Un personaggio per la prima volta interpretato da un attore in carne e ossa. Il sovrintendente vuole bandire qualsiasi folle comportamento ‘da cartone animato’ (ricordate Chi ha incastrato Roger Rabbit?) e trasformare tutti in esseri animati dalle fattezze umane, per correggerli. Riportato tutto alla normalità, si scopre dietro il volto del Maligno – una maschera in carne e ossa! – esserci ancora una volta Rob. Il quale, risvegliatosi di notte da solo nella scuola, dice sconsolato che la ‘correzione’ era l’unico modo per poter ‘passare dall’altra parte quando tutto quello sarebbe finito’… Si apre il vuoto sotto di lui, che lo inghiotte assieme alla scuola, alla notte, e a tutto il resto. Fine. Really?

Un sogno ad occhi aperti di undici perfetti minuti

Questo finale cliffhanger ha naturalmente indispettito non pochi fan. E costretto Ben Bocquelet ad uno snervante tira e molla riguardo l’uscita di un eventuale film conclusivo risolutore. Tira e molla che va avanti almeno dal 2017. Dopo vari annunci e smentite sull’uscita di un lungometraggio e addirittura di una nuova stagione, entrambi i progetti sono stati confermati per il 2025/26, sia da Bocquelet sia da Cartoon Network.

Del resto negli Stati Uniti, come in Inghilterra, in Italia e nel mondo, The Amazing World of Gumball ha avuto grande successo di pubblico. Con parole lusinghiere anche da parte della critica. La serie ha dato poi origine a fumetti (The Amazing World of Gumball Comics), spin-off (Waiting for Gumball, Darwin’s Yearbook, Gumball Chronicles) e videogiochi. Nel 2016 è stato aperto addirittura un parco a tema a Dubai.

Un cartone animato, Lo straordinario mondo di Gumball, capace di lasciarci in uno stato di perenne stupefazione. Di sovvertire ogni regola formale, abbracciando la filosofia della più assoluta originalità. Di raccontare il mondo come fosse un intenso sogno caleidoscopico e carnascialesco. Un sogno ad occhi aperti di undici perfetti minuti. Nota Bene: non è un cartone animato per adulti.

Potrebbe interessarti anche: Bob’s Burgers

Bob’s Burgers: le bizzarre avventure della famiglia Belcher

Un altro divertentissimo esempio di tecnica mista: Happy!

Happy! – un sicario sbandato alcolista e un piccolo unicorno blu…

 

Tags: animali e antropomorfismoanimazionegrottesco
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Livio Pacella

Livio Pacella

Livio Pacella [altrove Al Lecap o liviopacella]. Attore, autore, regista, filosofo ballerino, poeta maledetto, bohemien, da tempo impegnato nella stesura di "In Progress - a work", continua a vivere, tra lo stupore generale, al di sopra dei suoi mezzi.

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