• Missione
  • Redazione
  • Contatti
martedì, Luglio 1, 2025
  • Login
Mondoserie
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione
No Result
View All Result
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione
No Result
View All Result
Mondoserie
No Result
View All Result
  • Iscriviti alla newsletter
Home Articoli

Daryl Dixon: la saga degli zombie sbarca in Europa

Lo spin-off porta la grande epopea dei morti viventi nel Vecchio Continente: il risultato è sorprendente - e più complesso di quanto ci si poteva aspettare.

di Jacopo Bulgarini d'Elci
29/06/2025
in Articoli, In primo piano, Speciale The Walking Dead
Cover di The Walking Dead: Daryl Dixon per Mondoserie
144
VIEWS
Condividi su FacebookWhatsappEmail

Uscito in Italia con due anni di ritardo, nel giugno 2025 su Sky e Now, The Walking Dead: Daryl Dixon è uno degli esperimenti più sorprendenti e riusciti nell’universo, ormai vastissimo, del franchise di The Walking Dead. 

Il rischio era notevole: puntare tutto su un personaggio amato ma introverso, sradicarlo dal contesto americano per gettarlo tra le rovine di una Francia devastata dall’apocalisse zombie, e affidargli una narrazione profondamente diversa – quasi un road movie tra cattedrali gotiche, villaggi e campagne che sembrano uscite da un romanzo di Hugo o Zola. Eppure la scommessa funziona. 

Questo spinoff porta la saga verso territori (geografici, emotivi, culturali) nuovi, freschi, a tratti persino lirici. Non solo amplia il respiro della narrazione, ma rinnova il linguaggio della saga, aprendolo al confronto con le mitologie e le memorie dell’Europa. Una mossa, quella degli autori, che va oltre l’inevitabile logica del “more of the same” tipica dei franchise di successo. E che dimostra come The Walking Dead, pur tra alti e bassi, sappia ancora interrogarsi sulla propria natura. 

Il risultato è una serie che non solo intrattiene, ma offre nuove chiavi di lettura sul nostro rapporto con la storia, la memoria e il senso di comunità in un’epoca di crisi globale.

Daryl Dixon: concept, produzione, sviluppo

Nata dalla volontà di AMC di non abbandonare il fortunato universo di The Walking Dead, Daryl Dixon è creata da David Zabel e prodotta da un team che ha saputo coniugare ambizione internazionale e rispetto per la tradizione del franchise. Norman Reedus riprende i panni del taciturno e leale Daryl, già figura chiave della serie madre, portando con sé una fisicità ruvida e magnetica che resta tra le più iconiche della tv contemporanea. 

La prima stagione esce nel 2023, la seconda nel 2024 (in Italia, come detto, sono uscite insieme in ritardo), e per il 2025 è atteso un terzo capitolo. Ogni atto è composto da 6 episodi. 

Lo sviluppo parte nel 2020, con la produzione incentrata sul duo Daryl-Carol, ma la rinuncia di Melissa McBride per motivi di agenda costringe a rifocalizzare la serie solo su Daryl. Il progetto non si arresta e anzi trova nuova linfa proprio nell’isolamento del protagonista. La scelta di farlo naufragare letteralmente in Francia, sulle coste della Provenza, apre un orizzonte imprevisto, permettendo agli sceneggiatori di reinventare molte dinamiche narrative. 

La fotografia esalta le rovine gotiche, le campagne assolate e località iconiche – Marsiglia e la Provenza, Parigi, Mont-Saint-Michel, le spiagge della Normandia – trasformando lo scenario post-apocalittico in qualcosa di affascinante e straniante. Il ricorso frequente al francese, i tanti attori locali e il coinvolgimento di registi europei e maestranze locali danno autenticità all’operazione. Dimostrando che il franchise può parlare una lingua nuova senza snaturarsi. 

E il pubblico, sia americano sia europeo, ha risposto con interesse e sorpresa.

La trama generale e la forza dell’incipit

La narrazione di Daryl Dixon si apre con una sequenza evocativa quanto misteriosa: Daryl che si risveglia ferito su una spiaggia francese. Non sappiamo, e forse neanche lui, come sia arrivato lì. Da subito, la serie costruisce un senso di spaesamento e vulnerabilità che è nuovo per il personaggio. 

Ben presto il nostro eroe, che vuole solo tornare a casa, in America, si ritrova coinvolto in una missione che non avrebbe mai scelto. Trasportare il giovane Laurent, un ragazzino misterioso che una comunità di suore considera un messia, fino a Parigi, tra mille pericoli. Nel viaggio, Daryl incrocia nuovi alleati e nemici, dalle suore combattenti ai paramilitari del Pouvoir des Vivants, passando per vari personaggi segnati dalla perdita e dalla resistenza. 

La stagione alterna momenti di pura azione, atmosfere quasi fiabesche e sequenze che esplorano il trauma e la resilienza. L’ambientazione francese si rivela un alleato narrativo formidabile: le rovine, i villaggi, la maestà malinconica di Parigi, la Senna, le catacombe, la torre Eiffel in rovina e Mont-Saint-Michel danno alla storia una profondità visiva e simbolica che rinnova la mitologia della saga. 

Senza entrare troppo nei dettagli degli snodi, la trama delle prime due stagioni (6 episodi ciascuna) ruota attorno alla ricerca di un modo per tornare in America (scopriremo che Daryl non era lì “in vacanza”) e, insieme, alla missione di proteggere – e poi educare – il giovanissimo Laurent. Naturalmente, i nuovi legami che costruisce e il confronto / scontro con il governo autoritario di Madame Genet, sorto dopo la dissoluzione dello Stato francese, complicano inevitabilmente la sua avventura.

Il rapporto di Daryl Dixon con la serie madre e gli spinoff

Daryl Dixon si inserisce in una galassia narrativa ormai vastissima: il franchise di The Walking Dead (cui abbiamo dedicato questo speciale) ha esplorato, in 11 stagioni e una moltitudine di spinoff, quasi ogni possibile declinazione del racconto post-apocalittico. Il finale della serie madre, come avevamo raccontato qua, aveva con tutta evidenza alluso a diversi spinoff. Tra cui uno basato sull’idea di affidare a Daryl uno show tutto suo. Idea per nulla scontata: trattandosi di un personaggio amatissimo dai fan, certo, ma sempre rimasto defilato, quasi schivo. 

Nel panorama degli spinoff – da Fear the Walking Dead a World Beyond, da Tales of the Walking Dead a Dead City e The Ones Who Live – Daryl Dixon si distingue per tono e ambizione. Qui la posta in gioco non è solo la sopravvivenza, ma la ridefinizione stessa dell’identità. Come può un uomo “americano”, forgiato nel mito della frontiera e della diffidenza, reinventarsi in un contesto europeo? La serie madre era radicata negli spazi del Sud e del Midwest degli States, tra foreste, autostrade, cittadine e campi; questo spinoff osa portarci tra vigneti, monasteri, uliveti, castelli e persino nel cuore di Parigi. 

Il confronto con gli altri spinoff “diretti” è significativo: se The Ones Who Live punta sul ritorno degli eroi storici (Rick e Michonne) e Dead City su una coppia improbabile (Negan e Maggie), Daryl Dixon si fonda sull’alchimia tra solitudine, paesaggio e nuove relazioni. Il franchise si dimostra ancora capace di rigenerarsi, trovando sempre nuove vie per interrogarsi sulla natura umana e sulle sue possibilità di riscatto.

Un redneck tra storia, rovine e paesaggi

Il fascino di Daryl Dixon sta quindi soprattutto nell’effetto straniante di vedere un personaggio così radicato nell’immaginario americano – un “redneck” ruvido, taciturno, sopravvissuto per vocazione – gettato nelle trame di una Francia irriconoscibile ma ancora splendida. 

Il contrasto tra la cultura americana e quella europea è esplorato in ogni episodio. Daryl parla poco, fatica con il francese, si muove tra ambienti antichi che sembrano fatti apposta per sottolineare il suo spaesamento. I monasteri, le campagne, le strade di Parigi – con la Senna come nuovo confine, le catacombe piene di ombre, la torre Eiffel ridotta a rovina post-atomica – sono lo sfondo di una narrazione che oscilla tra azione, malinconia e riflessione storica. L’effetto è quello di un western europeo. Dove i duelli non sono più nel deserto ma tra i resti di una civiltà millenaria. 

Gli autori si divertono a giocare con i simboli della cultura francese: il cibo, la musica, i paesaggi rurali, le rovine della grandeur. E in questo viaggio c’è anche un sottotesto critico: il rapporto tra l’America e l’Europa, il fascino (e la paura) di confrontarsi con una storia più lunga di quella del Nuovo Mondo. Confronto evocato esplicitamente nelle immagini della replica della Statua della Libertà che, a Parigi, fa bella mostra di sé vicino al pont de Grenelle sull’Allée des Cygnes, un’isola sulla Senna. Realizzata nel 1889, guarda verso l’oceano Atlantico, verso la sua “sorella maggiore” nel porto di New York, eretta tre anni prima – e, come si sa, dono del popolo francese all’amica Repubblica Americana.

E non è un caso, allora, che la terza stagione sia già annunciata in Spagna. A sottolineare il desiderio del franchise di esplorare le memorie e i miti di un continente intero.

La sorpresa Daryl Dixon: perché questo spinoff funziona

A sorprendere, in Daryl Dixon, è la riuscita di una scommessa per nulla ovvia: mettere al centro uno dei personaggi meno verbosi e più “duri” del franchise, e affidargli una serie tutta sua. Daryl, per undici stagioni della serie madre, è sempre stato l’uomo delle soluzioni pratiche, della violenza necessaria, della lealtà silenziosa. Capace di azioni eclatanti ma non di grandi discorsi: la sua scelta di chiamare il proprio cane semplicemente “Dog”, “cane”, riassume la sua essenza. 

Eppure, privato dei suoi punti di riferimento, immerso in una cultura nuova, Daryl diventa protagonista di un percorso di crescita e vulnerabilità. Il confronto con la lingua francese, con alleati e nemici molto diversi da quelli americani, lo costringe a ridefinire i propri limiti e a interrogarsi sulle proprie motivazioni. L’incontro con Laurent – rapporto adulto-ragazzino, con una dinamica molto simile a quella di The Last of Us vista la comune ambientazione post-apocalittica – offre occasioni di tenerezza e sacrificio. Riecheggiando archetipi narrativi che vanno dal Cormac McCarthy di La strada a tanti road movie post-apocalittici. 

Daryl Dixon riesce persino a regalarci, nel finale della prima stagione, un momento autenticamente emozionante – oltre che sorprendente. Il nostro eroe che, vicino a una spiaggia della Normandia, ritrova la tomba di suo nonno, soldato americano caduto negli sbarchi del fatidico D-Day. 

L’Europa così non si rivela solo sfondo “esotico”, ma luogo di confronto, crescita e speranza. Senza per questo che siano sacrificati ritmo e tensione.

Stagione 2: il ritorno di Carol e il futuro del franchise

Con la seconda stagione, intitolata Daryl Dixon: The Book of Carol, la serie compie un ulteriore passo avanti, recuperando una delle dinamiche più amate dai fan: quella tra Daryl e Carol, amicizia profonda e tormentata che ha segnato tutta la saga originale. 

Melissa McBride, assente nella prima stagione per motivi produttivi, ritorna come co-protagonista. Carol incarna l’altra metà della sopravvivenza: pragmatica, disillusa, madre che ha perso la figlia e guerriera ferita, diventa il contrappunto ideale alla solitudine di Daryl. 

La seconda stagione approfondisce il confronto tra America ed Europa, tra modelli di resistenza e ricerca di senso, portando i protagonisti in nuovi territori e offrendo allo spettatore nuove prospettive. Qualcuno ha visto in questa mossa una perdita di unicità per lo spinoff, che torna a una formula più “corale”. Altri, invece, hanno salutato con entusiasmo il ritorno di una delle relazioni più complesse e riuscite dell’intero franchise. 

Con “Carol la pazza” in campo, si torna a un livello di isteria, aggressività e distruzione che – sembra paradossale ma non lo è per niente – il solo Daryl aveva mostrato di poter superare. Specie nel dialogo con la diversa realtà europea. 

Ma in ogni caso, Daryl Dixon si conferma capace di tenere alta la tensione, di innovare senza perdere coerenza. E di interrogare ancora – tra le macerie dell’Europa – cosa significhi oggi sopravvivere, scegliere, ricominciare.

Daryl Dixon, uno spinoff che rinnova il mito

Per essere chiari: in questo show non mancano gli errori. A partire da inverosimiglianze che sfidano la sospensione dell’incredulità dello spettatore. Con molta, moltissima nonchalance. Specie appunto nella seconda stagione. 

Eppure, a distanza di tanti anni dal debutto di The Walking Dead (2010), il successo di Daryl Dixon dimostra che la saga zombie è ancora capace di rinnovarsi e di sorprendere. L’intelligenza di questo spinoff sta nel saper sfruttare i codici del franchise per parlare di identità, storia, differenze culturali. E nuove possibilità di rinascita. 

Le rovine di Parigi, i monasteri, i villaggi della Francia – e, presto, le città della Spagna – diventano scenari dove si riflettono i traumi e le speranze di un’umanità ferita ma non sconfitta. Il viaggio di Daryl, solitario e coraggioso, si fa racconto universale. Ogni passo, ogni incontro, ogni scelta risuona come una domanda aperta sul senso della sopravvivenza, sull’importanza della comunità e sull’ambivalenza del nostro tempo. 

Se la serie madre era un grande apologo sulla fine della civiltà e sulla difficoltà di (ri)costruire una società giusta, Daryl Dixon rilancia queste domande in una chiave nuova, più intima e insieme più globale. Un altro capitolo – inatteso, non banale – nella saga infinita dei “morti che camminano”. Che continua a raccontare, tra horror post-apocalittico e ruvidi accenni di poesia, la nostra umanità.

La serie madre, il franchise, i suoi spinoff: leggi

The Walking Dead, la vita continua (e pure la saga)

Un altro spinoff / sequel: The Ones Who Live

The Ones Who Live: il ritorno di Rick tra i (morti) viventi

 

Tags: Europa - Americapost-apocalitticoThe Walking Deadzombi
Post precedente

American Manhunt: OJ Simpson – il primo reality true crime

Prossimo post

Il Baracchino, finalmente qualcosa di nuovo! | PODCAST

Jacopo Bulgarini d'Elci

Jacopo Bulgarini d'Elci

Fondatore e direttore del progetto MONDOSERIE, prende le serie terribilmente sul serio. In una vita precedente è stato assessore alla cultura della città di Vicenza. In altre e non meno reali esistenze, si è perso sull’isola di Lost, ha affrontato i propri gemelli oscuri in Twin Peaks, ha avuto il cuore spezzato da Breaking Bad. Autore e critico tv, scrive interventi sulle trasformazioni dell’immaginario pop (Doppiozero), tiene conferenze, coordina e realizza pubblicazioni. Soprattutto, guarda e riguarda show da quasi 30 anni.

Articoli correlati

Cover di The Last of Us per Mondoserie
Articoli

The Last of Us, la vita e l’amore dopo la fine del mondo

15/06/2025
Cover di Paradise podcast per Mondoserie
Podcast

Paradise: politica, cospirazioni, fine del mondo | PODCAST

22/04/2025
Cover di Paradise per Mondoserie
Articoli

Paradise, se l’utopia nasconde l’inferno

04/04/2025
Cover film e serie sulla pandemia per MONDOSERIE
Long form, saggi, analisi

Film e serie sulla pandemia: il virus, noi, il senso di colpa

26/03/2025
Artwork The Walking Dead fumetto per podcast Mondoserie
Podcast

The Walking Dead, il fumetto è meglio della serie | PODCAST

11/02/2025
Cover di The Walking Dead podcast
Podcast

The Walking Dead: come ricostruire l’ordine caduto? | PODCAST

21/01/2025
Prossimo post
cover di Il Baracchino, podcast per Mondoserie

Il Baracchino, finalmente qualcosa di nuovo! | PODCAST

MONDOSERIE: COS’È

Tra troppe novità che escono ogni giorno, Mondoserie è la tua guida. Ragionata. Per non perdere tempo: a scegliere, o guardando cose che non meritano.
E per andare in profondità, alla scoperta di cosa i grandi show di ieri e di oggi ci svelano sul mondo.

I più letti della settimana

  • Artwork di The Walking Dead per Mondoserie

    The Walking Dead, la vita continua (e pure la saga)

    886 shares
    Share 354 Tweet 222
  • Versailles: profumo della finzione, tanfo della realtà

    851 shares
    Share 340 Tweet 213
  • Daryl Dixon: la saga degli zombie sbarca in Europa

    13 shares
    Share 5 Tweet 3
  • Clark – verità romanzesca e autobiografica finzione

    195 shares
    Share 78 Tweet 49
  • Shameless, lunga magnifica tragicommedia senza vergogna

    1699 shares
    Share 680 Tweet 425

RSS MONDOSERIE. Il podcast

  • Il Baracchino, finalmente qualcosa di nuovo! | Animazione 01/07/2025 MONDOSERIE
  • Stranger Things: aspettando la stagione 5 (e ultima) | Nuovi Classici 27/06/2025 MONDOSERIE
  • Tutto ricominciò con un’estate indiana, il capolavoro di Hugo Pratt e Milo Manara | Fumetto 24/06/2025 MONDOSERIE
  • Overdose seriale: la tv tra droga e tossicodipendenza | Temi  20/06/2025 MONDOSERIE
  • Preacher: alla ricerca di Dio, senza rispetto per nulla | 5 minuti una serie  17/06/2025 MONDOSERIE
Mondoserie

Una guida critica, per non perdersi. E per scoprire cosa i grandi show ci svelano delle nostre paure, dei nostri desideri, del nostro mondo.

Seguici su

Privacy Policy - Cookie Policy

Tutte le categorie

  • Articoli
  • Artwork
  • Documentari
  • Eventi
  • Film / Saghe
  • Fumetto / Animazione
  • In primo piano
  • Libri
  • Long form, saggi, analisi
  • Mondovisioni
  • Podcast
  • Speciale David Lynch
  • Speciale I Soprano
  • Speciale Mike Flanagan
  • Speciale The Walking Dead
  • Video

Ultimi aggiornamenti

cover di Il Baracchino, podcast per Mondoserie

Il Baracchino, finalmente qualcosa di nuovo! | PODCAST

01/07/2025
Cover di The Walking Dead: Daryl Dixon per Mondoserie

Daryl Dixon: la saga degli zombie sbarca in Europa

29/06/2025
  • Missione
  • Redazione
  • Contatti

© 2021 Mondoserie - All rights reserved

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Mondovisioni
    • Documentari
    • Fumetto / Animazione
    • Libri
    • Long form, saggi, analisi
    • Speciali
      • Speciale David Lynch
      • Speciale The Walking Dead
      • Speciale I Soprano
      • Speciale Mike Flanagan
  • Eventi
  • Tags
  • Missione
  • Contatti
  • Redazione

© 2021 Mondoserie - All rights reserved

Il meglio di Mondoserie

La tua guida alle serie imperdibili: recensioni, analisi e contenuti esclusivi.

Iscriviti alla nostra newsletter!

Inserisci la tua email