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Raël: il profeta degli extraterrestri (e il gaudente millantatore)

La docuserie in 4 episodi ripercorre la storia della nota setta scientifico-religiosa

di Livio Pacella
31/03/2025
in Documentari
Cover di Raël: il profeta degli extraterrestri per Mondoserie
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Raël: il profeta degli extraterrestri (Raël: Le Prophète des Extraterrestres) è una docuserie francese (Netflix, 2024) in 4 episodi, diretta da Antoine Baldassari e Manuel Guillon. Negli ultimi anni il genere documentaristico true crime (da Tiger King a Sanpa) impazza, soprattutto nel catalogo Netflix, e diversi sono i titoli dedicati a sette e culti vari. Wild Wild Country e Keep Sweet: pray and obey, due titoli esemplificativi, approfondiscono la genesi di queste correnti spirituali, le loro zone d’ombra – tra falsificazione e manipolazione – e il loro inevitabile decadere in cronaca nera. Raël: il profeta degli extraterrestri – così il personaggio in questione amava definirsi – scandaglia vita, oscurità e miracoli dell’uomo e dell’omonimo movimento pseudoreligioso, che tuttora vanta decine di migliaia di affiliati in tutto il mondo.

Raël, fondatore e leader del Movimento Raëliano Internazionale (MRI), è al secolo Claude Vorilhon, nato il 30 settembre 1946 a Vichy. Nel 1973, il 13 dicembre, Vorilhon sostiene di essersi intrattenuto con alcuni extraterrestri – gli Elohim – nella campagna francese. In questo fatidico incontro gli viene svelata l’origine dell’umanità – ad opera degli stessi -, l’amore universale come scopo ultimo, eccetera…

Gli viene anche assegnato il suo nuovo nome – Raël – ovvero il messaggero. E lui inizia a diffondere il messaggio tramite libri, conferenze e televisione. Comparendo fin da subito in uno dei programmi televisivi più seguiti in Francia per raccontare la sua incredibile storia.

L’ultimo profeta

Gli Elohim, esseri avanzatissimi di un altro pianeta, superiori a noi in ogni aspetto, ci hanno plasmato a loro immagine e somiglianza attraverso l’ingegneria genetica. La pressoché totalità delle religioni e delle mitologie antiche racconta questa storia, interpretando gli alieni come divinità e la loro tecnologia come miracolosa magia. Fin qui nulla di nuovo: trattasi infatti della teoria degli antichi astronauti, sviluppata da Erich von Däniken e Zecharia Sitchin proprio in quegli anni (esaustivamente raccontata nella docuserie Enigmi Alieni). Teoria che si vorrebbe scientifica, anche se nel mondo è conosciuta come pseudoscienza. E come tale – ovvero tra scienza e pseudoscienza – si presenta agli esordi la dottrina raëliana.

Il tocco mistico e personale di Raël non tarda però a farsi sentire: gli Elohim, in attesa che l’umanità sia finalmente pronta ad accoglierli, si sono nel corso della storia rivelati a diversi profeti – gli stessi delle principali religioni. Raël, ovvero l’ex aspirante pilota automobilistico, poi cantante e giornalista sportivo Claude Vorilhon, si proclama il quarantesimo e ultimo profeta. In seguito dichiarerà di aver avuto un secondo incontro con gli Elohim, che lo avrebbero portato sul loro pianeta. Lì avrebbe incontrato tutti gli altri, da Mosè a Buddha, da Maometto allo stesso Gesù, che dice essere suo fratello di sangue.

E così le conclamate basi del movimento che si autodefiniva ‘nato scientificamente’, dopo pochi anni, erano già sparite.

Raël: il profeta degli extraterrestri – svastica e stella ebraica

Raël: il profeta degli extraterrestri ripercorre tutta la controversa storia del movimento, dalla sua diffusione ai momenti più critici, attraverso testimonianze e contributi dell’epoca e interviste a ex seguaci detrattori o tuttora affiliati. Compreso, nel finale, lo stesso Raël. Movimento che vive fin da subito una contraddizione interna: il suo fondatore nega infatti questa essere una religione, salvo poi dichiararla tale per evitare ogni forma di tassazione…

Comunque, se nel 1975 vi erano soltanto due dozzine di adepti – con tanto di battesimo rituale – nel periodo immediatamente successivo alla diffusione del primo dei libri scritti dal leader, assieme alle sempre più numerose comparsate televisive, i seguaci diventano in poco tempo migliaia. ‘Il libro che dice la verità‘ diventa la bibbia – che veniva venduta anche porta a porta – della setta raëliana. La sua funzione sarebbe quella di diffondere pace, amore e sensualità. Ovvero culto individualista, concupiscenza poligamica e sfrenato edonismo. Ai neofiti viene dato un piccolo specchio, con le precise istruzioni di rimirarsi minuziosamente l’ano per almeno un’ora (sic). E non è che la prima di una cospicua serie di ombrose stranezze. 

Grazie alla popolarità ottenuta attraverso il bestseller sugli Elohim, il nome di Raël si è ormai diffuso in tutto il mondo. Assieme al simbolo del movimento, il medaglione ostentato dal leader in ogni occasione, che fonde nientemeno che la stella ebraica e la svastica (sic2). Nasce il Movimento Raëliano Internazionale, con una ferrea organizzazione gerarchica. Il capo vive sfacciatamente nel lusso, grazie ai proventi di libri e videocassette e, soprattutto, alle donazioni. Con il pretesto di promuovere e pubblicizzare il movimento, Raël realizza il suo sogno di correre e competere in pista. Costruendosi da zero un team automobilistico.

Una setta pericolosa

Raël inizia a vestirsi di bianco, imitato subito dopo dai più stretti collaboratori. La sua villa, immersa nel verde, diventa l’Eden della setta. Nudismo obbligatorio, onanismo collettivo, voyeurismo anale… Canti, balli rituali e belle fanciulle da preservare per futuri accoppiamenti con gli Elohim… L’unica eccezione è naturalmente il carismatico profeta, in quanto loro messaggero. Alcuni seguaci notano però come il maestro ami vantarsi delle sue conquiste sessuali e come inoltre manifesti un alto grado di possessività, che invece nelle sue prediche viene additata come retrograda e nociva. Inoltre nemmeno la sua personalissima gestione del denaro, attraverso conti svizzeri, depone a suo favore. Le autorità francesi poi sospettano casi di frode e addirittura estorsioni. Non sono che le prime avvisaglie.

Le cose precipitano quando Raël, opportunamente incalzato in un dibattito televisivo, ammette candidamente la partecipazione di minori alle sessioni di amore libero nell’Eden. Il parlamento arriva a dichiarare il movimento una setta pericolosa. Ma ormai l’incantesimo è stato lanciato, e in patria come all’estero simpatizzanti e affiliati sono migliaia. Comunque, tra le indagini della magistratura e la reazione sdegnata dell’opinione pubblica, il profeta e lo stato maggiore raëliano sono costretti a lasciare la Francia. Per cercare riparo in paesi considerati più tolleranti, come il Canada o gli USA (sic3).

Nella terra della libertà e in quella dell’acero si maturano importanti nuove decisioni: costruire un’ambasciata intergalattica per accogliere gli Elohim sulla Terra e realizzare la clonazione umana, passaggio obbligato per la futura vita eterna. Secondo Raël, gli Elohim vorrebbero che la grandiosa sede per accoglierli fosse pronta entro e non oltre il 2035. Tralasciando le ripetute richieste avanzate al governo israeliano affinché conceda lo spazio per poterla realizzare in Terra Santa, servono soldi. Tanti soldi. 

Raël: il profeta degli extraterrestri – l’ambasciata della clonazione

Per realizzare dunque suddetta ambasciata – con tanto di piattaforma per atterraggio astronavi e villa con piscina – viene richiesto ad ogni membro del movimento il 10% del proprio stipendio più l’1% da destinarsi esclusivamente alle pazze spese personali del profeta. Oltre a queste quote fisse, gli adepti vengono spinti a donare liberamente altro denaro. Se molti, tra le migliaia e migliaia di affiliati in tutto il mondo, storcono il naso, la maggior parte versa e dona senza discutere. Il Canada ha già conferito al Movimento Raëliano Internazionale lo status di religione, quindi il problema tassazione è risolto.

Nel frattempo, in Quebec, nel 1995 viene inaugurato il nuovo Eden. E assieme ad esso UFOland, un parco a tema simpaticamente dedicato agli Elohim. Che funge anche da centro di reclutamento. Ci si concentra ora sul nuovo obiettivo, fondando Clonaid. Dove si potranno clonare esseri umani al modico prezzo di 200.000 dollari. Viene allora introdotta la seconda figura fondamentale della setta: Brigitte Boisselier. La quale, con con un dottorato in chimica, viene incaricata da Raël di occuparsi degli aspetti scientifici del movimento.

Sarà lei ad annunciare al mondo – e ad una esterrefatta comunità scientifica – di essere con il suo team riuscita a clonare il primo essere umano… La Boisselier e il profeta – vestito come uno sgargiante astronauta sbucato da uno z-movie – sono costretti a testimoniare in aula davanti al Congresso degli Stati Uniti… Raël capirà presto essere arrivato il tempo di cambiare ancora una volta paese. In Giappone, circondato da avvenenti geishe, troverà straordinarie consonanze tra la sua dottrina e il buddismo. Linfa vitale per il suo bizzarro eclettico instancabile ultradecennale insegnamento. Che predica sfoggiando uno sfacciato quanto studiato look alla Osho.

74 anni, e respiro ancora…

Raël: il profeta degli extraterrestri, tra scandali e polemiche, critiche e testimonianze, arriva infine al dibattito di risonanza mondiale scatenato dall’annuncio della clonazione. E al bivio sostanziale in cui si ritrova il movimento – confusamente ammantato di scienza e religione – davanti all’opinione pubblica internazionale.

“Il suo interesse nei media è stato quello di diffondere e promuovere la sua religione, più che diffondere e promuovere la scienza” – disse Mark Hunt ad ABC News. Hunt era un avvocato che aveva per anni finanziato il progetto Clonaid, con la speranza di rivedere il figlio, morto a 10 anni… Sono proprio le storie come questa che ci costringono a riflettere sul confine tra libertà e stupidità. Tra individuo e società, legge e anarchia, grandezza e grettezza.

Alla fine, un vecchio e sorridente Raël, la cui sconvolgente pseudoscienza influenza ancora – dopo 50 anni! – l’esistenza di migliaia di persone, si siede, sorride mellifluamente, e dice: “Ho 74 anni, e respiro ancora”.

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Tags: alienidocumentarioguru e setteRaëlRaël: il profeta degli extraterrestri
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